CASELLI, SALVINI E IL CANCRO DA ESTIRPARE
Gian Carlo Caselli dal suo blog sull’Huffington Post ricorda opportunamente il febbraio del 2016 quando il Salvini nel corso di un comizio dalle parti di Torino pronunciò dal palco queste parole: “Difenderò qualunque leghista indagato da questa schifezza che si chiama magistratura italiana che è un cancro da estirpare”. Un cancro da estirpare… Una frase di una gravità inaudita, roba che neppure i dittatori sudamericani avrebbero pronunciato in pubblico a cuor leggero, eppure nella civilissima e democraticissima Italia non accadde nulla. Da allora, come un adolescente che mette alla prova le capacità coercitive dei genitori, il Salvini si è spinto sempre un po’ più in là ed in assenza di qualsiasi conseguenza lo ritroviamo oggi ministro plenipotenziario di un governo sgangherato, e da quella posizione minaccia ed intimidisce a reti unificate quel potere giudiziario che ogni democrazia pretende autonomo ed indipendente. Non sempre le democrazie smettono di esistere davanti ai carri armati, a volte vengono erose dall’interno grazie all’ignavia(propensione all’indolenza e alla viltà)di chi dovrebbe esserne il baluardo invalicabile. Lo tengano bene a mente quelli che rimangono in silenzio, i minimizzatori di professione, quelli delC’è-ben-altroe quelli delE-allora-il-piddì.
