COSA C’È DIETRO A MOLTE MANIFESTAZIONI RAZZISTE DI QUESTI ULTIMI TEMPI?
Questo breve video trasmesso ieri su LA7 è molto istruttivo.Una giornalista va a cercare il tizio di Lampedusa che all’arrivo della Sea Watch gridava a Carola che dovevano “stuprarla i negri”. Guardate come reagisce… La prima cosa che fa è scappare.La seconda è delirare: “mi state mettendo in croce, mi sento peggio di Gesù”.La terza è piangere: “mi state rovinando, mi è venuta la tachicardia”. Il video fa capire cosa c’è dietro a molte manifestazioni razziste di questi tempi. Detto sinteticamente, una discreta quantità di teste di cazzo. Soggetti fragili, poco o nulla politicizzati, che si attivano per “flussi di emotività”, leoni quando sono in branco o dietro una tastiera, e agnellini quando li si prende da soli o gli si chiede di assumere le conseguenze delle proprie azioni. Soggetti che non capiscono quello che fanno, che respirano l’aria che tira e la buttano fuori nel modo più idiota, venendo strumentalizzati dalla destra e trovandosi poi sorpresi: “ma come, tutti mi spingevate in quella direzione, ora la colpa è mia?”. Questo ragazzo non è il male assoluto, non è un nazista pronto a dare la vita per la supremazia della razza ariana, non è uno che si arruolerebbe in una guerra (perché comunque è un accollo, ogni sera devi uscire per le ronde, anche in pieno inverno, rischi di passare dei guai, devi rinunciare alla serie tv sul divano… – che poi è il motivo per cui, nonostante questo clima in teoria ideale per loro, Casa Pound e Forza Nuova sono a corto di militanti: chi vuole sacrificarsi quando puoi sentirti parte di qualcosa strepitando un po’ e diventando eroe per 5 minuti?). Io ci credo che, come ha detto nell’intervista in cui si scusava, lui non si sente “razzista” o “sessista”, che non ha votato Lega ma 5 Stelle (il che la dice lunga sul perché il 5 Stelle subisca Salvini). Il punto è che questo ragazzo rappresenta perfettamente alcuni tratti dell’Italia di oggi. Una profonda ignoranza, non per il titolo di studio, ma per l’ignorare del tutto la vita degli altri, per il mancare di empatia. E un assurdo vittimismo, per cui siamo sempre soggetti offesi, è sempre l’altro che ci ha fatto qualche torto. Da un lato questo ci può rincuorare, perché di fronte non abbiamo un esercito di jihadisti, ma gente che, se gli dai due schiaffi, la smette subito di dire ste cose. Da un altro lato invece dobbiamo avere ancora più paura. Perché tutto sommato è facile combattere contro una visione del mondo: molto più difficile è combattere il nulla, l’idiozia, la mancanza di senso. Il male che abbiamo di fronte viene dall’insignificanza, dall’assenza di peso delle parole e dei gesti. Attraversa anche il nostro campo, la nostra gente. E’ il frutto di decenni di distruzione della scuola, del dibattito culturale e artistico, dei luoghi di formazione come giornali e partiti. Questa è in effetti la principale vittoria del neoliberismo, che fa il blob per poterlo meglio dominare. Salvo, come apprendista stregone, non saper più controllare le forze che ha evocato. E ritrovarsi così Trump con il dito sul pulsante nucleare. Le teste di cazzo sono effetti, su cui bisogna certo intervenire.Ma è alla radice che dobbiamo andare.
