IL GROTTESCO TEATRINO DI SALVINI SUI MIGRANTI
E come ogni anno, durante questo periodo, è ricominciato il grottesco teatrino di Salvini sui migranti.Però quest’anno sono davvero pochi, quindi lo sciacallaggio si può fare solo sulle Ong, che vengono criminalizzate per il solo fatto di salvare vite umane, tralasciando gli altri sbarchi, che seguitano ad avvenire a ritmo giornaliero. E il messaggio che sta passando è che le Ong siano “complici degli schiavisti” (anche se sono stati aperti diversi fascicoli a riguardo e non è mai stato trovato niente di simile), mentre noi, che paghiamo i libici per imprigionarli (ed è stato provato che non solo sono gli stessi che collaborano con gli scafisti, ma spesso sono direttamente loro ad occuparsi del traffico di esseri umani), siamo “i buoni”. La verità è che, nel nostro paese, siamo stati e siamo ancora vittime di una gigantesca allucinazione collettiva.Siamo convinti che ci sia stata questa mitologica “invasione” e che il nostro attuale problema principale siano gli immigrati africani.Se guardiamo le cifre reali, infatti, ci accorgiamo che non solo non c’è mai stata un’emergenza immigrazione, nel nostro paese, ma anche che, nel momento di massimo picco degli sbarchi (il 2016), gli italiani che emigravano altrove in cerca di lavoro erano più degli immigrati che entravano nel nostro paese. E anche oggi, che sbarcano pochissime migliaia di persone ogni anno (meno di quante non ne entrassero in Italia negli anni 90), stiamo passando l’ennesima estate ad assistere allo spettacolo di un pagliaccio che fa propaganda, di volta in volta, su poche decine di persone bloccate in mare. Fateci caso: i paesi nei quali il tema dell’immigrazione è considerato una terribile minaccia, solitamente sono gli stessi che contano pochissimi immigrati sul loro territorio (ad esempio l’Ungheria di Orban, o la Polonia) e che sono pieni di problemi ben più gravi.L’immigrazione è un comodissimo specchietto per le allodole per permettere ai politici di estrema destra di compattare il popolo, di fare leva su una delle paure ancestrali più condivise: quella della “minaccia che viene da fuori”. Da sempre, gli esseri umani hanno pensato di doversi “proteggere” dagli “altri”.Le recinzioni dei villaggi, le mura dei borghi medioevali, i castelli con i ponti levatoi, sono tutti esempi di quello che le persone, in passato, hanno fatto per proteggersi dalle “minacce esterne”, dai nemici che volevano “invaderli”.E la minaccia di un nemico è sempre stata il modo più semplice per compattare l’uomo e convincerlo a fare di tutto, anche a morire per difendere ciò che lui considerava “suo”, ma che, in realtà, era sempre di qualcun altro. E oggi, che non c’è nessun nemico che vuole davvero invaderci, ne inventiamo uno.Ha funzionato addirittura con l’Ungheria, un posto dove nessun immigrato al mondo ha la minima intenzione di andare, figuriamoci se poteva non funzionare da noi. Parlare di immigrazione fa comodo a Salvini.La Sea Watch e Carola Rackete fanno comodo a Salvini.Ogni Ong bloccata con poche decine di poveracci in mezzo al mare fa comodo a Salvini.Perché a lui non costa niente mettere su il suo teatrino da due soldi e abbaiare come un chihuahua idrofobo contro poche decine di “invasori”.E anche quando perde (e perde sempre, perché in Italia esistono le leggi, una costituzione, dei trattati internazionali), in realtà, vince lui.Perché può recitare la parte di quello che si batte contro “i poteri forti immigrazionisti” (che non esistono, ma gli scemi ci credono comunque), di quello che ha contro “la magistratura comunista”.In realtà i magistrati applicano semplicemente la legge, ma gli italiani in gran parte non lo sanno, quindi credono a lui. Qual è la soluzione?Non parlare della sistematica disumanità di un ministro che fa propaganda sciacallando sulle vite di poche decine di diseredati in mare aperto?Ignorarlo?Fregarsene delle sue messe in scena? Sarebbe l’equivalente di abbandonare un’altra volta quella gente al loro destino.Vorrebbe dire avallare, significherebbe mandare il messaggio che le loro vite non contano.Sarebbe un silenzio assenso.Perché è lui a comandare, anche se gli piace recitare il ruolo di quello che si batte contro degli immaginari “poteri forti” (che nei paesi civili si chiamano “leggi”). Quello che dobbiamo fare (e mi metto in mezzo anche io, che non sempre ci riesco) è cercare di creare una narrazione positiva da contrapporre alla sua.Perché la sua narrazione (che è quella dominante) è falsa, ma gli italiani, in gran parte, non lo sanno. Guardano il colore della pelle di quelli che sbarcano dalla Alex e si convincono che il problema di un paese dominato dalla corruzione e dalla criminalità organizzata, un paese schiacciato da un debito pubblico di proporzioni titaniche, siano loro. La paura è un sentimento potentissimo, spesso del tutto irrazionale.Salvini lo sa, Orban lo sa, Trump lo sa. Noi, dalla nostra, abbiamo la realtà, un cervello e un cuore.Adesso dobbiamo assolutamente imparare ad usarli.
