CAOS REGIONI. SALVINI SE NE VA, GLI ALTRI MEDITANO
Si e’ concluso, in poco meno di due ore, il vertice a palazzo Chigi sulle Autonomie regionali.Da indiscrezioni giunte a vertice ancora in corso fatte, da fonti di governative presenti al tavolo sulle autonomie, risulta che: “sulle autonomie si lavora bene e speditamente, ma è difficile, se non impossibile, che si riesca a chiudere oggi”. Il vicepremier Matteo Salvini ha lasciato il vertice sulle autonomie, quando era ancora in corso, per raggiungere il Viminale dove è stato convocato per le 17 il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il vertice sulle autonomie è proseguito. La riunione, alla quale partecipano molti ministri, continua ad esaminare le questioni legate alle varie materie rivendicate dalle Regioni: ambiente, beni culturali, scuola, etc. Da ulteriori indiscrezioni fatte da fonti ministeriali, sembrerebbe che l’incontro si starebbe svolgendo finora in modo “positivo”. Oggi il governo ha provato di nuovo a trovare l’intesa sull’annosa questione dell’autonomia regionale differenziata, dopo che il 3 luglio c’era stato un nulla di fatto.Alle 14,30 a Palazzo Chigi, il premier Conte ha dato il via al vertice dopo che i vicepremier, il sottosegretario Giorgetti e i ministri competenti erano presenti. L’intenzione era sciogliere la matassa e varare la riforma inclusa nel contratto di governo stipulato tra Lega e M5S. Mercoledi scorso si era giunti all’accordo di massima, sull’impianto finanziario da dare alle intese tra le regioni che hanno richiesto maggiori competenze e lo Stato. Oggi invece andava in discussione la parte relativa alle competenze. I rinvii prolungati e le precedenti sedute andate a vuoto, avevano irritato i governatori delle regioni che più si battono per l’aumento di poteri delle regioni. A iniziare dal presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini che oggi in un’intervista a Repubblica ha detto: “Non chiediamo neanche un euro in più, le nostre proposte sono sul tavolo del governo da sei mesi. Siamo disponibili a fare modifiche alla nostra proposta. Se tutto si bloccherà sarà responsabilità di Roma, non nostra”. Attilio Fontana il presidente della regione Lombardia si è invece detto fiducioso: “Mi sembra difficile poter individuare delle criticità perché credo che il documento che abbiamo predisposto, oltre che essere ampiamente valutato con i vari ministeri, è molto equilibrato”. Luca Zaia, presidente del Veneto è intervenuto augurandosi che quanto prima “Conte chiuda questa partita”. Poi rispondendo al sottosegretario pentastellato, Stefano Buffagni, che aveva parlato di “posizioni distanti fra Fontana e Zaia”, ha detto: “Se il Sottosegretario Buffagni ha tante energie le dedichi al lavoro sull’autonomia, e non alle polemiche”. Un atteggiamento contradditorio lo aveva assunto Matteo Salvini, che prima ha definito il vertice “tutto in discesa”, e lo aveva detto nella mattinata a margine di una cerimonia per il centenario dell’Associazione Nazionale Alpini a Milano.Aggiungendo che: “Questa riforma, prima si fa meglio è, perché ormai sono 12 le Regioni italiane che chiedono più autonomia, non è soltanto una richiesta lombarda o veneta. È giusto farla bene, noi le idee ce le abbiamo chiare, i compiti li abbiamo fatti, siamo pronti anche domani mattina”. Poi subito prima dell’ingresso a Palazzo Chigi ha detto ai cronisti, spegnendo l’entusiasmo della mattina: “Non posso prevedere prima della riunione cosa succederà, ma siamo qui apposta per trovare un accordo”. Anche in questo caso, come per tanti altri nell’ultimo periodo, i disaccordi tra Lega e M5S restano. Il Movimento si batte da tempo per dare la possibilità al Parlamento di modificare l’accordo con le regioni, restando ai ferri corti su alcuni punti. Come l’Istruzione, dove non ha intezione di cedere. Un tema che preme anche al Pd perchè il loro timore è che venga compromessa l’unità del sistema scolastico. Camilla Sgambato, responsabile Scuola del Pd, va a fondo sulla questione e dice: “Bussetti è il ministro dell’Istruzione di tutto il Paese o solo del Nord? È gravissimo che sulla regionalizzazione della scuola Bussetti abbia deciso, da ministro dell’istruzione, di allinearsi a Zaia e Fontana”. In una nota, il deputato di Forza Italia Marco Marin ha dichiarato: “Oggi ancora un vertice di governo sull’autonomia con Salvini che dichiara che la strada e’ in discesa. Peccato che non ci creda piu’ nessuno. Infatti la prima data annunciata per l’avvio dell’autonomia era stata quella del 22 ottobre 2018. Poi la Lega disse entro Natale 2018. Passata la Befana, i leghisti diedero per data certa l’inizio della primavera. E ancora l’inizio dell’estate”. È aggiunge: “Ma l’autonomia, non e’ mai arrivata. Perche’ il M5S non la vuole. Ed il M5S e’ il socio di maggioranza del governo gialloverde. Ed e’ altrettanto chiaro che per la Lega l’autonomia non vale la sopravvivenza del governo. Per questo subisce ancora una volta il diktat dei grillini” E conclude: “d’altronde M5S-Lega hanno votato l’assistenzialismo del reddito di cittadinanza che e’ l’esatto contrario dell’efficienza e della responsabilita’ rappresentata dall’autonomia. La verita’ e’ che contano i fatti concreti e non gli annunci. A maggior ragione se sei al governo. E i fatti dicono che con il governo M5S-Lega l’autonomia, quella vera, non arrivera’ mai”. Il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, ha affermato: “Questa proposta sulle autonomie regionali voluta da Salvini e subita da Di Maio e’ deleteria. Accettandola, si aprirebbe la via a un falso federalismo, senza alcuna responsabilita’ fiscale da parte delle regioni. Il rischio di un secessionismo di fatto, antistorico, senza nemmeno un vaglio parlamentare, e’ reale”.
