HO RIVISTO IERI SERA SU SKY “INSIDE MAN” (2006) DI SPIKE LEE

HO RIVISTO IERI SERA SU SKY “INSIDE MAN” (2006) DI SPIKE LEE

ERA UN FILM SU COMMISSIONE, QUINDI UNO DEI SUOI MIGLIORI. Ieri sera ho rivisto su Sky “Inside Man”di Spike Lee, un film del 2006 che il regista afro-americano girò su commissione, quindi con un certo distacco, facendone però, secondo me, uno dei suoi migliori (e dei più redditizi sul fronte degli incassi). Un meccanismo drammaturgico perfetto, tra ritmi da “colpo in banca”, trovate di regia e sottolineature di sapore politico sulla paranoia americana. Ho ritrovato quanto scrissi per il mensile “Ciak”, sotto la rubrica ”Colpo di fulmine”. Qui sotto la breve recensione, per chi fosse interessato.—-Occhio al titolo, perché spiega molto. All’incrocio tra “La stangata” e “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, con un tocco alla Mamet, “Inside Man” ha tutte le qualità del “colpo di fulmine”: stile, ritmo, suspense e divertimento. A Spike Lee, dopo lo slabbrato “Lei mi odia”, ha fatto bene l’ingaggio hollywoodiano.Ma non pensate a un classico film di genere, perché dentro la cornice da action movie, con rapina incorporata, l’ispido cineasta inserisce i temi che gli sono cari, a partire dalla paranoia post 11 Settembre, sia pure in una chiave beffarda, divagante, a tratti moralista. Travestiti da imbianchini, quattro criminali si introducono in una prestigiosa banca di Wall Street. Non vogliono soldi, cercano documenti contenuti in una cassetta di sicurezza; ma qualcosa va storto, almeno così sembra: sicché il quartetto, capitanato da Clive Owen, si ritrova intrappolato nella banca insieme a cinquanta ostaggi. Fuori, il negoziatore dandy Denzel Washington, sul cui capo pende un sospetto di corruzione, organizza la trattativa; e intanto si intromette la tosta avvocatessa Jodie Foster, ingaggiata dal padrone della banca Christopher Plummer.La partita, condotta sul filo della tensione, tra telefonate, ultimatum e passi falsi, sembra destinata ad un epilogo sanguinoso. Ma non c’è Al Pacino a gestire l’assedio; e la posta in gioco riguarda lontani misfatti. Interpreti in palla, audaci sfasamenti temporali, un piano a scatole cinesi. Più un amabile sfottò all’ignoranza dei poliziotti che scambiano i sikh per terroristi arabi.