RISTORANTE SAVINI CONDANNATO A QUATTRO MESI CON PENA SOSPESA

RISTORANTE SAVINI CONDANNATO A QUATTRO MESI CON PENA SOSPESA

“Selezione delle materie prime, rispetto delle stagioni, scelta e conoscenza dei fornitori, riguardo verso il territorio, scienza che diventa arte, ricerca e internazionalità… tutto questo nelle Collezioni Savini.”Questa la presentazione nella sezione “Menu” del sito web del ristorante Savini in Galleria a Milano. E suona strano alla luce di una condanna per truffa. Eh sì, perché il rinomato locale, dopo due condanne in primo e secondo grado, è stato definitivamente giudicato “colpevole”. Colpevole di non avvisare in modo chiaro i propri clienti di utilizzare (talvolta) prodotti congelati.Non che il cliente non venisse avvertito: ma un po’ come nelle clausole scritte in minuscolo per ingannare chi legge un contratto distrattamente, anche il Savini aveva usano un font da formichine a fondo pagina, che recitava «Gentile cliente, la informiamo che alcuni prodotti possono essere surgelati all’origine o in loco…». Il ristorante si difende sostenendo che quell’indicazione bastasse a garantire la corretta informazione agli avventori, e ricordando che i prodotti congelati venivano usati raramente, solo per esaurimento scorte o un eccezionale flusso di clienti. Ma secondo l’accusa “l’utilizzo di prodotti surgelati o congelati… era evenienza tutt’altro che rara”. L’indagine avviata nel 2012 accertò che all’epoca la maggior parte del pesce veniva congelato, anche quello non destinato ad essere servito crudo. E nel locale, il giorno dell’ispezione, vi erano prodotti congelati senza il proprio “doppio” fresco. Dunque pare poco un utilizzo di emergenza.Tant’è, quattro mesi con pesa sospesa (e non menzione) per “frode dell’esercizio del commercio”. Certo da un ristorante nel quale un risotto alla milanese viene 32 euro e un tiramisù 20, ci si aspetterebbe almeno l’utilizzo di prodotti sempre freschi.