LA TRANQUILLITÀ DI SALVINI E LE INDAGINI CHE GRAZIE ALL’AMICO PUTIN NON CI SARANNO

LA TRANQUILLITÀ DI SALVINI E LE INDAGINI CHE GRAZIE ALL’AMICO PUTIN NON CI SARANNO

Di fronte ad ogni conflitto interno o polemica politica, oppure in occasione delle frequenti grane giudiziarie, Salvini sfodera immancabilmente il ritornello con cui ostenta il suo presunto pragmatismo lombardo, dichiarando che lui non perde tempo con queste stupidaggini ma che si occupa di cose concrete e dei problemi veri della gente. In fondo è l’unica eredita del berlusconismo che mostra di tenere in considerazione. Ovviamente come è già avvenuto con Berlusconi si tratta solo di un orpello retorico e di banale propaganda, visto che parliamo di un signore che tutto fa meno che risolvere problemi, che passa il suo tempo in giro a fare comizi e selfie con i tifosi e che tutto ha fatto nella sua vita meno che lavorare o studiare. Nel caso poi della vicenda russa suona come particolarmente bugiarda e ipocrita la rituale dichiarazione in cui Salvini dice di aspettare serenamente i risultati dell’inchiesta: il leader della Lega infatti sa benissimo che le rogatorie chieste dalla procura di Milano si scontreranno contro il muro di No che Mosca opporrà. Salvini dunque se è sereno lo è non perché aspetta i risultati delle indagini ma perché sa che, grazie all’amico Putin, almeno a breve non ce ne saranno affatto.