L’AUTONOMIA REGIONALE VOLUTA DALLA LEGA MINA L’UNITÀ NAZIONALE
Se proviamo a mettere insieme tre riforme istituzionali di iniziativa della Lega e del M5stelle, non c’è da stare affatto tranquilli per le prospettive della democrazia rappresentativa e costituzionale in Italia.Il numero dei parlamentari verrà consistentemente ridotto aumentando la distanza tra i cittadini e i loro rappresentanti.Si discute anche una riforma dell’istituto del referendum per introdurre il referendum propositivo, sottraendo al parlamento il potere esclusivo di fare leggi nazionali.Inoltre la Lega vuole a tutti i costi l’autonomia differenziata trasformando alcune regioni in staterelli e minando l’unità nazionale e il principio di eguaglianza dei cittadini.Tutte queste riforme sottraggono ruolo e competenze al parlamento, snaturando la democrazia rappresentativa così come è prevista dalla Costituzione.La logica conseguenza di questo processo sarà di proporre l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Ne aveva già parlato Giorgetti quando ha detto di ritenere superato il ruolo del Parlamento.Definire questo modello istituzionale che i nazionalpopulisti stanno costruendo non è facile. Esso sembra delineare una democrazia populista che tiene unito il Paese con la presenza di un uomo forte, il presidente eletto dal popolo., che è in grado di agire sulle emozioni, di eccitarle e convogliarle verso i suoi fini.Qualcuno ha parlato di postdemocrazia, nel senso di una democrazia dove formalmente le istituzioni conservano una patina di democrazia ma dove la democrazia è svuotata e i poteri effettivi stanno nelle mani delle multinazionali e di coloro che posseggono i mass media.Il fatto che questo cambiamento venga perseguito dalla Lega e dal M5stelle subdolamente, senza esplicitarne il disegno complessivo, ma procedendo a pezzi e cercando di sminuirne la portata non lo rende certo meno grave.Reagire a questo progetto politico, svelarlo agli occhi dei cittadini e combatterlo e sconfiggerlo, a me pare un dovere della sinistra e di tutti i democratici.Perché oltre la democrazia rappresentativa alla fine c’è solo il dispotismo.
