L’INFERNO DI RABBIA CONTRO CHI SALVA VITE UMANE STA GENERANDO RISCHI PER LA SICUREZZA DI CAROLE
Il frutto malato delle parole di odio gettate addosso alla capitana di Seawatch sta generando dei rischi concreti per la sua sicurezza. Lo si era compreso fino dal primo momento in cui era iniziata la vicenda e non solo quando Carole era stata arrestata ed era stata fatta scendere sul molo di Lampedusa fra le offese dei leghisti.Il solo pensiero che una donna avesse messo sotto scacco i governanti su una questione di salvataggio di vite umane aveva già predisposto sovranisti e razzisti ad alzare l’asticella. “Temiamo per l’incolumità della capitana – ha dichiarato il suo legale, l’avvocato Alessandro Gamberini in un’intervista a Radio Capital -. Se una persona viene indicata come un’assassina in libertà, come una delinquente, come un personaggio da mettere all’indice, poi non si sa quali sono le reazioni da parte di coloro che, seguendo queste indicazioni, possono adottare comportamenti gravi nei suoi confronti, anche aggressivi dell’incolumità fisica. Io ho questo timore. Lo scatenamento del discorso dell’odio poi non si controlla più”.Una denuncia che ricade non solo spalle di quanti hanno scatenato l’inferno di rabbia contro la capitana di Seawatch ma bensì rivolta a tutto un Paese che deve scrollarsi di dosso la complicità materiale e morale a quanti mirano al degenerare del clima sociale.Intanto si sta facendo strada anche l’ipotesi di una audizione di Carole a livello di Parlamento Europeo per una evidente violazione delle libertà civili durante tutta la vicenda che ha coinvolto SeaWatch.Insieme alla denuncia fatta procura della Repubblica di Roma e rivolta contro il ministro Salvini per i reati di diffamazione e istigazione all’odio, dunque a delinquere, questo potrebbe significare un momento di svolta per evidenziare tutto il fango gettato addosso alla capitana ed a quanti l’hanno sostenuta.Questi potrebbero diventare momenti cruciali perché l’inferno di rabbia non colpisce solo chi concretamente si adopera a favore dei diritti umani ma anche verso quanti di persona o anche solo sulla rete si manifestano pubblicamente vicini, prossimi a quei sentimenti di umanità e solidarietà nei confronti dei fratelli più in difficoltà.
