“DOV’È LA VITTORIA?”

L’inno di Mameli invoca una vittoria che ben poche volte il Paese ha potuto vedere. Sicuramente non l’ha vista in quei giorni del 2001, a Genova che ci portarono ad essere paragonati, giudicati, condannati e assimilati ad una delle dittature sudamericane.In quei giorni, più che in altre occasioni, lo Stato democratico perse il suo ruolo, fu annebbiato dalle paure e con troppe complicità ed indifferenze divenne un giocattolo impazzito in balia di un manipolo di barbariDire che ci fu gestione dell’ordine pubblico in occasione di quel G8 diventa un inutile orpello ad ogni ragionamento su qui giorniPer come furono manovrate e condotte le stesso forze di polizia persero di dignità oltreché di capacità.L’evidenza della memoria, delle testimonianza, delle verità giudiziarie, riportano di un clima che avrebbe naturalmente portato alle tragedie di quelle oreAncora una volta pensare che i muri avrebbero salvato le cose dimostra di come poco valga una visione vincente della contrapposizione più dura.E più che le devastazioni in città, della morte di Giuliani valgono a questi ragionamenti i fatti che seguirono nella scuola Diaz nel quartiere di Albaro, in una Genova assediata dalle paure e dall’odio. Avvenne che la sera del 21 luglio 2001, tra le ore 22 e mezzanotte, nelle scuole Diaz, Pertini e Pascoli, centro del coordinamento del Genoa Social Forum, guidato da Vittorio Agnoletto, fecero irruzione i Reparti mobili della Polizia di Stato con il supporto operativo di alcuni battaglioni dei Carabinieri.In quegli eventi che ne seguirono, dove lo Stato sospese le sue funzioni di Repubblica democratica, furono fermati 93 attivisti.Avvennero pestaggi, si perse, si volle perdere il senso, il carattere di civiltà .Furono poi trasportati in ospedale 61 feriti, dei quali 3 in prognosi riservata e uno in coma.Di tutto ciò, poi furono accusati 125 poliziotti, ma soprattutto dirigenti e capi, per quello che fu definito un pestaggio da “macelleria messicana” dal vicequestore Michelangelo Fournier.Si, ancora oggi, pensando a quei fatti, viene da chiedersi, “Dov’è la vittoria?”