IL GIORNO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: NOI SAREMO DINANZI AL PARLAMENTO.

…UNA SOLA RISPOSTA AMMESSA: NO A TUTTO SENZA I LEP Autonomia differenziata (ovvero il passaggio di “competenze” e soldi dallo Stato centrale alle Regioni, richiesto da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna): domani dovrebbe essere “la giornata del varo”. La banda leghista ( e i rappresentanti del Nord di tutti i partiti, incluso i “piddini per Salvini”, che sono peggio di Salvini) già gridano alla vittoria: “Il Nord si terrà i soldi”. Attenti alla furbizia dei ladroni di equità e quattrini. Ora usano la trappola del “costo storico” come fosse equo, uguale per tutti. Falso. Il “costo storico” dei servizi resi ai cittadini italiani è fortemente iniquo: prevede, per dire, valanghe di soldi per gli asili del Nord, non importa se con presenza di bambini o no, e zero euro per gli asili dei bambini del Sud; prevede calcoli della “capacità fiscale” dei cittadini italiani fatti in modo che gli abitanti delle più povere città del Sud dovrebbero tassarsi per soccorrere gli “indigenti” delle più ricche città del Nord. Quindi, se si vuole far passare la rapina dell’Autonomia differenziata agganciandola al “costo storico” e non più (come pure questi incapaci di vergogna e pudore hanno provato a imporre) al “gettito fiscale” (ovvero: più diritti ai ricchi, sempre meno ai poveri), cambia soltanto l’apparenza, ma la trappola è la stessa: fingono di rinunciare e “si accontentano” di quello che, in quanto “storico” sembra e non è uguale per tutti. Cosa comporterebbe questo? Verrebbe sancito comunque che, nella suddivisione delle risorse per scuola, salute, trasporti, eccetera, al contrario di quanto dice la Costituzione sui diritti “uguali per tutti”, i ricchi ne hanno di più e devono avere più soldi e privilegi e i poveri ‘sta ceppa. Insomma: quello che non passa con l’aggancio dei trasferimenti di soldi dallo Stato alle Regioni proporzionati al gettito fiscale, passerebbe (è già così, ma a rischio) con il “costo storico”. Sono ladri. Contro queste pretese e questi trucchi c’è solo il no, no, no, no. No, finché non siano definiti i Lep, livelli essenziali delle prestazioni uguali per tutti i cittadini italiani. I Lep li volle la Lega, poi si rese conto che sarebbe stato comunque riconoscere parità ai terroni e quella porcheria è rimasta nel cassetto dal 2001. Mentre (grazie alla dabbenaggine del M5S che firmò il “contratto” senza capire cosa fosse l’Autonomia) si vuol far approvare prima “quanto mi dai, perché sono più ricco” e se poi non resta niente per gli altri, cazzi loro. Non è una ipotesi; fu Zaia-mano-lesta a dire che se si accettano i Lep uguali per tutti, loro rimangono “con il cappello in mano”.Per essere più chiari: qualunque cosa passi dallo Stato alle Regioni (le “competenze” previste sono 23) a qualsiasi costo, prima che siano definiti e approvati i Lep è aprire una crepa nella diga e tracciare una strada attraverso cui si farà poi passare tutto il resto. In queste cose, la virtù non sta in mezzo: o di qua o di là. Non si può accettare di essere “un po’ meno liberi” e ritenersi vittoriosi perché non schiavi, se la Costituzione dice: uguali. Prima i Lep, poi parliamo delle Autonomie. Ma una “competenza”, una sola, magari il potere di decidere di quale colore tinteggiare le aule, passarlo dallo Stato centrale alle Regioni? No. Al costo della pittura pagato dallo Stato! No! È quello Stato che fa i muri d’oro agli asili del Nord e asili senza muri, senza banchi, senza maestre al Sud. Prima correggere l’iniquità dello Stato. La “spesa storica” è spesa razzista: investimenti pubblici solo al Nord, infrastrutture solo al Nord, per ogni cittadino meridionale spesa inferiore di 4340 euro all’anno rispetto a un settentrionale, che è già più ricco e più dotato di servizi e facilitazioni a spese di tutti. La spesa storica è quella che garantisce ai Comuni del Nord il 300 per cento del fabbisogno e a quelli del Sud il 50. Diciamolo ancora più chiaro: cedere “qualcosa” è cedere tutto, perché passa il principio che la cosa è lecita, fattibile, “costituzionale”. Non deve passare niente, nemmeno per finta, per consentire all’alleato leghista di dire “Vedete, stiamo per farcela” agli elettori del Nord (quelli del Sud ingoiano tutto: sono donatori di sangue altrui, come i neri che rapivano altri neri per cederli schiavi ai bianchi).Qualunque sia la richiesta, la risposta deve essere: dopo i Lep. Ma intanto che definiamo i Lep… No, dopo i Lep. Allora facciamo la Commissione per i Lep e fra un anno si fa il passaggio delle competenze. Fra un anno si fa il passaggio delle competenze solo se i Lep sono stati definiti e garantiscono prestazioni uguali per tutti i cittadini italiani. E se in un anno non ci si riesce? È quasi certo che no, per la complessità delle decisioni da prendere. Allora si aspetta che ci si riesca. Se volete l’Autonomia prima possibile, definite il valore dei Lep prima possibile. Se no, niente Lep, niente Autonomia. I Lep fra vent’anni? E a vent’anni e un giorno l’Autonomia. Se con le porcherie che avete fatto con le Commissioni per la spesa standard, il federalismo fiscale “solidale” (poi dice che non hanno sense of humour) ci avete fregati, stabilendo “equo” che se al Sud non ci sono asili, è perché non servono; se non ci sono treni, è perché non c’è utenza (l’utenza di un treno che non c’è devono ancora spiegarci come la misurano…) e altre porcate razziste come questa, ora non ci fottete più: vi abbiamo scoperti a rubare e abbiamo aperto gli occhi. I Lep devono essere veri, “uguali per tutti” o non se ne fa niente. Li avete voluti voi i Lep!La verità è che volete andarvene e state cercando il modo di farlo portandovi l’argenteria? Ok, e chi vi trattiene! Ma i disastri delle vostre banche ve li pagate voi; le tangenti del Mose ve le pagate voi; la distruzione di Venezia (il Mose non fermerà niente e peggiorerà le cose) ve la pagate voi; i buchi delle pedemontane ve li tappate voi; le vostre merci andate a venderle altrove. Se volete la secessione, lo dite, si fanno i conti e ci si separa: sai il dolore di perdere chi ti chiama terun de merda, porco, topo da derattizzare, coleroso (ai terroni per Salvini sembra un complimento e lo votano), merdaccia… Ma non vi consentiremo di scappare con la cassa lasciandoci il debito che voi avete fatto e per voi è stato fatto: per dotare le vostre regioni di tutto quello che è stato negato e sottratto al Sud: ferrovie, alta velocità, strade, centri di ricerca, università, asili e scuole, aziende e banche ultrasovvenzionate con soldi pubblici e che avete fatto fallire con le vostre tangenti e i vostri furti e i cui deficit abbiamo dovuto ripianare tutti, magari perché possiate tornare a rubare. Ogni parlamentare del Sud che dovesse votare sì a questa scelleratezza venderebbe la sua terra, la sua gente e il futuro dei suoi figli per qualche migliaio di euro poco “onorevole”, finché dura e finché vorranno dei servi terroni. Noi segneremo i nomi di chi dovesse macchiarsi di una cosa del genere, prima che siano definiti i Lep, perché i nostri figli devono sapere come si chiamano quelli che li hanno traditi e svenduti. I vostri concittadini devono sapere cosa avete fatto, devono saperlo i vostri vicini di casa e quella vergogna deve pesare sui vostri nomi. Informatevi su cosa è successo a Taranto a chi ha promesso di liberare la città dai veleni dell’Ilva che ne uccidono gli abitanti e poi ha garantito (per “contratto”!) impunità all’Ilva.Ve lo chiederemo per strada, in pubblico: tu sei uno dei nemici che ci hanno svenduti perché “se no cade il governo” e quindi hai pagato il tuo governo insieme ai razzisti con il mio futuro?Noi ci siamo e abbiamo taciuto e perdonato troppo per poterlo fare ancora. E domani saremo dinanzi al Parlamento, a vedere se avete ancora una faccia degna di essere portata in giro.