LE CAMPAGNE ELETTORALI SI FANNO SUI SOCIAL. L’ESTREMA DESTRA DI SALVINI LO HA CAPITO BENISSIMO

Le rivoluzioni non si fanno di sicuro sui social network, ma le campagne elettorali sì.L’estrema destra di Salvini e il M5S l’hanno capito, la sinistra no. Ed è una cosa che è abbastanza sintomatica della totale inettitudine e della mancanza di capacità di analisi che affligge da anni tutto ciò che si muove a sinistra del PD.I politici di sinistra, in massima parte, non sanno comunicare sui social network, e al giorno d’oggi è un po’ come se un cuoco non sapesse accendere un fornello.Sono pochissimi quelli che sanno come usare Facebook, Twitter o Instagram, la maggior parte di loro è ancorata a una visione verticistica e unidirezionale della comunicazione politica, si esprimono su Facebook come se stessero facendo un comizio o fossero stati invitati a parlare in un convegno. Non funziona così, e Salvini, ad esempio, l’ha capito benissimo.La comunicazione del leader leghista si modula costantemente in maniera diversa a seconda del medium che sta utilizzando.Quando compare in televisione è molto più rassicurante e moderato (sa benissimo che il pubblico televisivo è più anziano), su Facebook e nei comizi, invece, carica di più sulle sue consuete sparate xenofobe e fascistoidi. Dall’altra parte, invece, gran parte dei leader “storici” della sinistra attuale sono meno seguiti e hanno meno interazioni sotto i loro post di ME (non di Di Maio o di Salvini, di ME).Non sanno usare questo canale comunicativo, quindi perdono consensi.E non basta un social media manager che faccia le grafiche “giovani”, serve una presa di coscienza: le destre stanno dominando in buona parte del mondo anche perché hanno capito come usare i nuovi media a proprio vantaggio.La sinistra no.E non può permettersi di utilizzare le stesse tecniche della destra (slogan, ipersemplificazione, hashtag e via dicendo), pena la perdita di credibilità presso il proprio elettorato di riferimento. Molto spesso leggo gente “di sinistra” che parla di “rivoluzionari da tastiera” e considera tutta la comunicazione sui social network come se fosse, in qualche modo, contrapposta alla politica “reale”, che si fa nelle piazze e nelle strade.Non lo è.La politica si fa nelle piazze e nelle strade, ma anche in tv (quando ti invitano) e sui social network.Non capirlo significa partire sconfitti. Svilire la comunicazione politica sui social network come se fosse un giochino per cerebrolesi, criticare ogni tentativo di approccio “diverso” che possa riuscire ad arrivare a un elettorato più ampio, significa non aver capito un cazzo del momento storico che stiamo vivendo. Chi ha orecchie per intendere, intenda.