NON CHIUDIAMOCI NELLE NOSTRE ISOLE FELICI
Non riesco a gioire anche se vivo divisa tra due regioni, il Lazio e la Puglia che nonostante il quadro nazionale e l’ondata nera, reggono e affermano, laddove si vince, un modello di unità delle forze progressiste, rigenerato ed innovativo, ma anche radicato e paziente.Vincono gli “irregolari” comeGiovanni Caudo, che sabato scorso era con noi aFuturae che è stato forse quello che ho più seguito da vicino; o comeRiccardo Rossia Brindisi, si vince a Teramo e a Fiumicino, ad Ancona e Siracusa con il civismo progressista.Ma purtroppo le sconfitte in Toscana ed Emilia e non solo, pesano e danno l’idea di quanto ci sia da rigenerare e cambiare a livello più generale, di quanta distanza si sia prodotta non solo tra classi dirigenti e base, tra centro e periferia, tra parlamento e territori, ma anche tra esperienze simili che non si riconoscono più in un movimento/partito/ispirazione condivisa.Allora in bocca al lupo a tutte e tutti i nuovi eletti della rete che pazientemente e caparbiamente cercheremo di ampliare e tenere insieme, quelli di maggioranza, ma anche quelli di opposizione, a cui spetterà un lavoro arduo di resistenza.Non chiudiamoci nelle nostre isole felici, non rinunciamo a coltivare l’alternativa a questo governo, perché c’è un’urgenza forte, quella di fermare chi ogni giorno si fa beffa di noi e della nostra umanità.Forza.
