E SE UMBERTO ECO AVESSE RAGIONE?

“Il fenomeno dei social network da un lato è positivo, perché permette alle persone di rimanere in contatto tra loro, ma dall’altro canto dà diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”. Come valuta il fatto che le notizie più viste su internet siano quelle che sono? La colpa è del lettore? Con Facebook e Twitter è la totalità del pubblico che diffonde opinioni e idee. Nel vecchio giornalismo, per quanto disgustoso potessse essere un giornale, esisteva un controllo. Ora però tutti gli abitanti del pianeta, compresi i pazzi e gli idioti, hanno diritto a parlare in pubblico. Oggi, su internet, il loro messaggio ha la stessa autorità di quello del premio Nobel o del giornalista rigoroso. (…) «C’è un ritorno al cartaceo. Aziende degli Usa che hanno vissuto e trionfato su internet hanno comprato giornali. Questo mi dice che c’è un avvenire, il giornale non scomparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere. A maggior ragione nell’era di internet in cui imperversa la sindrome del complotto e proliferano bufale». “I didn’t know anything about the newspaper business, but I did know something about the Internet,” Mr. Bezos said. “That, combined with the financial runway that I can provide, is the reason why I bought The Post.” Giornalista 1: Dalla sua lectio mi è sembrato di capire che, quindi, internet – diciamo – rappresenta un humus particolare per le bufale… è così? Quindi come vede lei questo mezzo, dove pare che i giovani si formino e prendano particolarmente notizie [questo è un grande rischio?]” Giornalista 2: Professore, una domanda forse un po’ cretina… vorrei chiederle: cosa pensa di Twitter, dei social network, di questo flusso continuo, breve, liofilizzato, inarrestabile, confuso, ma praticato da tutti. Dal giornalista più … si è formato un’idea… Giornalista2: …no, certo, la cosa interessante è che se tutti quelli che prima dicevano imbecillità al bar adesso in qualche secondo le possono twittare… però anche molti professionisti della comunicazione, che non sono solo fake, effettivamente compiono la stessa azione. Ora diventa difficile, quando uno segue delle persone cui si dà credito sul giornale di carta… non è che diventino imbecilli in 150 caratteri… come fare – come dire? – a captare informazione ricca e vera anche lì e non finire nel tritacarne dove tutto alla fine è scemenza? Giornalista 2: …quindi è una fregatura anche per i comunicatori che in teoria non direbbero scemenze… non crederanno neanche più a loro Blogger: volevo chiedere la differenza tra l’informazione privata e quella collettiva, c’è una differenza tra l’essere molto imbecilli e molto astuti, nel momento in cui una informazione privata riesce a far parlare (…) molto collettiva, penso a molti like, molti mi piace… a questo passaggio tra il personale e il politico: secondo lei vuol dire che ci si sta anche proiettando in una sfera più ampia di consapevolezza o semplicemente… Giornalista 3: Indipendentemente dal filtraggio… indipendentemente da una maggior cura critica che i giornali di carta dovrebbero fare nei confronti dei siti per non farsi cannibalizzare — anche se poi sono i loro stessi siti a cannibalizarli, però meglio non dirlo perché sennò mi cacciano… — volevo chiederle una specie di profezia sui giornali di carta: lei che futuro vede?