GUERRA AI CANNABIS SHOP, UNA MOSSA DI MARKETING PER COSTRUIRE UN’EMERGENZA INESISTENTE

La differenza sostanziale tra la cannabis “legale” che viene venduta nei negozi e quella “illegale” sta tutta nella percentuale di thc (tetraidrocannabinolo), che è la sostanza psicotropa presente nella marijuana. La cannabis legale, infatti, non ha effetti psicoattivi, pertanto non può essere considerata una sostanza “drogante”. In pratica, per capirci: drogarsi con la cannabis light è un po’ come cercare di ubriacarsi con la birra analcolica. Tanto è vero che persino la Corte di Cassazione, in una sentenza dello scorso gennaio, ha ribadito la piena legittimità della vendita della cannabis con un quantitativo di thc inferiore allo 0.6%. In ogni caso, al nostro ministro dell’interno tutto questo non sembra interessare particolarmente, visto che adesso ha dichiarato guerra ai cannabis shop, minacciando persino di essere pronto a far cadere il governo su questo punto.Ma perché, visto che vendono una sostanza del tutto innocua, la cui legittimità è stata persino “benedetta” da una sentenza della Cassazione? L’ha spiegato chiaramente lui stesso, intervistato da Lilli Gruber a “Otto e Mezzo”: “Non vendono cannabis? Certo, allora vendono margherite, o la torta pasquale di mia nonna”. In pratica, come vale per tutta la politica del leader leghista, si tratta solo di una fantasiosa mossa di marketing: combattere il consumo delle droghe “pesanti” è una cosa lunga e complessa, quindi, per mostrare pubblicamente che lui “usa il pugno duro contro gli spacciatori”, decide di far chiudere dei negozi che non vendono droga, ma che si chiamano “CANNABIS shop”. Il problema è il nome, in buona sostanza. Se fossi il gestore di una pista di autoscontro, a questo punto inizierei a preoccuparmi seriamente del fatto che possa decidere di puntare il dito contro i troppi incidenti automobilistici. La verità, però, è che non credo che il tema di questa nuova, improbabile, battaglia possa fare particolare presa sulla popolazione, dato che nessuno, per quanto inebetito dalla propaganda leghista, percepisce i “cannabis shop” come una minaccia alla salute pubblica. Probabilmente Salvini se ne renderà conto abbastanza in fretta, e allora troverà sicuramente un nuovo “nemico” (del tutto inoffensivo, ovviamente) sul quale costruire una nuova “emergenza”. Per i temibili venditori di tappeti in spiaggia, però, forse è ancora un po’ presto. Io a questo punto, fossi in lui, punterei forte sui venditori di ombrelli pakistani e bengalesi che minacciano seriamente il benessere degli ombrellai italici. .