DATECI UN GOVERNO DEL SOCIALE. SUBITO
Visto che siamo punto e a capo, visto che siamo ancora davanti a trattative su programmi per punti e contratti, abbiamo l’occasione di dirlo ad alta voce: serve – ora e subito – un governo del sociale. Un governo che attorno a quella politica faccia girare il resto e non il contrario.Gli abusi e dello sfruttamento di minori.Il sistema degli affidi eterofamigliariL’emarginazione degli anziani e la loro “esternalizzazione sociale”Il meccanismo che consente lucro sui provvedimenti.La sovrapposizione dei ruoli professionali nell’indagine e nell’assistenza, con confusione di compiti e la creazione di bolle di potere.L’educazione di genere.La lotta all’isolamento giovanile.La prevenzione delle dipendenze e la lotta all’isolamento di chi ne è vittima.Temi che non possono più aspettare, pena il rendere zoppo qualsiasi altro progetto .Alla politica compromessa da decenni di tentennamenti e parzialità va chiesto subito un sforzo di pulizia. A quella che si propone come nuova, va chiesto ancora di piu’: il coraggio del cambiamento, senza cedere a compromessi.Vi è- ad esempio – una non piu’ eludibile verifica del sistema dei Servizi Sociali, con una revisione dei poteri e dei compiti, una valorizzazione delle professionalità e una rigida valutazione dell’operato.Un nuovo meccanismo di indagine e verifica in merito a questioni famigliari e minorili che offra all’autorità giudiziaria dati più possibile obiettivi sui quali fondare le decisioni.Senza piu’ sovrapposizione: chi vigila e relaziona, non sia chi interpreta, e viceversa.Una mappatura meticolosa delle strutture residenziali , con una revisione dei parametri che le rendono idonee all’ accreditamento.Un controllo periodico delle stesse, anche a livello gestionale, affinche’ allontanare sospetti di collusioni e speculazioni.Una revisione dei fondi destinati a case famiglia e famiglie affidatarie, con una inversione di tendenza che veda come prima scelta il sostegno alla famiglia di origine, con stretta verifica delle capacita’.Non è piu’ concepibile che esistano strutture che ospitano minori o donne dietro rimborsi da hotel a cinque stelle ( a volte con condizioni da baraccopoli) e per contro vi siano famiglie alla sbando, senza sostegno adeguato.Ancora una revisione totale della politica contro la violenza di genere, che si blocca in un drammatico corto circuito quando si è in presenza di figli, con una competizione devastante tra diritto civile e penale.La recente legge sul cosiddetto “ codice rosso” è un’occasione colta solo in parte e mostra un’impostazione ancora una volta più di minaccia ( quindi di propaganda) che di sostanza: ha reso piu’ severe le pene e piu veloci alcuni percorsi giudiziari, ma contempla interventi favore di donne straniere , donne con disabilità, perfino uomini maltrattanti, ma nulla di esplicitamente espresso nei confronti di semplici donne vittime di violenze: anzi suggerisce brutti sospetti sui centri antiviolenza, prevedendo verifiche a tappeto da parte della Guardia di Finanza. Inoltre- malgrado si tratti di un tema sul quali si dibatte da anni – si dice che un figlio minore che assista alla violenza ne e‘ lui stesso vittima, ma poi la si fa diventare un’aggravante e non ancora un reato a se’ stante.Ma c’è poi da lavorare sulla valorizzazione di figure istituzionali importanti, come il pubblico tutore dei minori, quasi sempre sottoutilizzato.Serve , insomma, un intervento sistematico. Ampio e deciso.Non è piu’ tollerabile per chi si interessa di questioni sociali, famigliari, minorili, collezionare quotidianamente storie da incubo di persone costrette a pagare per tutta la vita errori commessi o magari solo presunti. Non è piu’ possibile veder imporre modelli di famiglia come parametro per provvedimenti spesso senza ritorno.Ecco, l’appello vale chiaramente per tutte le forze politiche, almeno per quelle che non hanno ormai dichiarato apertamente la propensione al conservatorismo tradizionalista, ma in particolare per un movimento come i 5 Stelle che si ritrova ad un nuovo punto di partenza, potendosi ancora proporre come elemento di rinnovamento radicale.Certo c’era da intervenire sulle condizioni economiche, sulla disoccupazione, sulla sicurezza, sui lavori pubblici, ma le cronache, da Bibbiano ai femminicidi, dall’allarme per le morti per eroina, ai maltrattamenti negli ospizi, continuano a dirci che c’è un tessuto da ricostruire con urgenza.Volendo, le competenze ci sono: nessuno- ad esempio – più del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio uscente Vincenzo Spadafora ha sensibilità, esperienza e possibilità di avvalersi di collaboratori con altrettante qualità.Volendo, ci sarebbe anche lo spirito innovativo di un movimento politico, che si è proposto come estraneo a sistemi di potere o di gestione pubblica consolidati.Fino ad oggi le possibilità da parte del Movimento 5 Stelle di imprimere una svolta di progresso e trasparenza in campo sociale, erano rimaste tristemente aggrovigliate, con l’agenda dettata da un “socio” propenso ad dare la precedenza a ciò che potesse consentire uno spavaldo utilizzo propagandistico.Esempio lampante- ne ho gia’ scritto – proprio la strumentalizzazione del caso di Bibbiano: un evento drammatico e grave, ma utile a portare finalmente agli occhi di tutti l’esistenza di un intero sistema fuori controllo, ridotto invece a vanvera politica, in dispregio perfino ai dati pubblici che dimostrano che le medesime perversioni del sistema si verificano quotidianamente ,ovunque.Si è ancora in tempo. Quali che siano le forze politiche che si propongono per amministrare il paese , vi è di nuovo la possibilità di avviare finalmente il motore di un necessario passo avanti nelle materie sociali.Se non si vuole che tutto rimanga preda delle propagande e delle strumentalizzazioni, lasciando irrisolte questioni fondamentali .Ed anzi aggravandole.
