INTER-ICARDI: VOLANO GLI STRACCI. UNA GUERRA EVITABILE, CHE NON AVRÀ VINCITORI

Dalla fascia tolta, all’ Aventino del falso infortunio, dai messaggi con i cuoricini neroazzurri, fino alla causa per mobbing: eppure, forse, sarebbero bastati buonsenso e diplomazia, ora,almeno, l’ipocrisia e’ finita, si va allo scontro. Il cuore? La maglia? I tifosi? tutto quanto fa spettacolo, in questa storia che di spettacolare non ha più nulla. Ora si va per avvocati.Qui si parte da una fascia e si finisce in tribunale (sportivo certo, a quello civile non ci si può rivolgere senza autorizzazione, si violerebbe la clausola compromissoria). Che fa – farebbe – anche un po’ ridere, se non ci fossero di mezzo, in ordine sparso: milioni di tifosi, milioni di soldi, un uomo/giocatore, una donna/procuratrice, e pure moglie, una ventina di compagni di squadra, un allenatore e un dirigente di riferimento, due staff legali contrapposti e perfino cinque figli.Probabilmente, questi ultimi, i più impreparati a vivere quel che è già successo e continuerà a succedere attorno a loro. Lasciate stare tutto, a partire dal cuore.Perché di sentimentale e magari affettuoso non c’è più nulla, quando qualsiasi questione va in mano agli avvocati, e nella assurdità della vicenda, almeno, una cosa ci appare positiva, basta ipocrisia. I messaggi mielosi, i post di Icardi e moglie, ma anche le carezze di Marotta, a questo punto vengono spazzate vie e si riducono a zero.Certo alla fine possono anche trovare una riappacificazione, le 48 e passa che mancano alla fine del mercato possono, potrebbero, ancora non escludere un lieto fine, ma da oggi, anzi da Giovedì, data in cui l’avvocato Di Carlo ha fatto recapitare in sede la richiesta di arbitrato con relativa reintregazione e risarcimento del danno causato, almeno in partenza, vanno a fare la guerra.Non la pace.E la causa per mobbing è un atto di guerra.Guerra legale, ovvio.E con le virgolette, per precauzione. Ma sempre di “guerra” si tratta, considerando che questa storia è stata seminata con piccole e grandi scintille che hanno provocato un incendio. Forse evitabile, forse no, qualcuno dice che serviva più diplomazia, e lungimiranza, meno impulsi e aggressività, noi siamo convinti, invece, che l’Inter sia stata sin dall’inizio troppo morbida con il giocatore. Il 13 febbraio l’Inter comunica per iscritto che il capitano non sarà più Icardi ma Handanovic, non spiega i motivi, almeno pubblicamente, ma fa un atto assolutamente legittimo: la designazione del capitano spetta all’allenatore e alla Società. Icardi la prende male e si rifiuta di partite per Vienna, atto assolutamente illegittimo: un calciatore professionista che rifiuta le prestazioni deve essere deferito dalla Società al Collegio Arbitrale. Questo comportamento dell’Inter, alla lunga, si rileverà un grande errore: Marotta e c. preferiscono andare con le carezze e cercano di gestire la cosa con diplomazia. Sbagliano, perché non tengono conto dell’orgoglioso e capriccioso argentino che, rimanendo senza fascia, si impunta e si da’malato, lamentando un infiammazione al ginocchio, che lo fa saltare partire e allenamenti per circa due mesi. L’Inter, procede sempre con cautela e aspetta che questa infiammazione passi, tollerando anche di dover giocare partire senza attaccanti ( capita con l’Eimtracht in coppa e in campionato con la Lazio, perdendole entrambe) ma non deferisce mai il giocatore. Il resto della storia la conosciamo, inutile ripeterla. In questi casi accade sempre la solita cosa: a fine campionato le strade si dividono, e l’Inter con grande trasparenza lo comunica ad Icardi, il quale non accetta e dichiara di voler rispettare il contrario che lo lega all’Inter fino al 2022, in questo caso, con piena legittimità, magari avrebbe potuto evitare le ripetute dichiarazioni d’amore. Forse, con più autorevolezza ed energia, prima, la cosa sarebbe potuto essere risolta, così Inter e Icardi avrebbero evitato di scrivere nuove, spiacevoli pagine di storia del calcio.Nuova storia, certo.Perché mai un litigio era partito da una fascia da capitano. Vecchia storia, invece, per quanto riguarda la causa di mobbing, perché esistono precedenti nitidi e anche importanti.Il più simile, però risale a dieci anni fa.Era Goran Pandev. Era la Lazio di Ballardini. Perse Lotito, vinse il giocatore.Che poi si accordò proprio con l’Inter, finendo per diventare uno dei titolari nell’anno del Triplete. Da allora però nessun altro giocatore ottenne lo svincolo, e l’ultimo esempio di Montolivo, nella passata stagione, la dice lunga.L’accordo collettivo, ancora in prorogazio, non aiuta i giocatori, li tutela solo, per quello che riguarda il non essere emarginati, e gli concede il diritto di disputare il 10/100 delle gare ufficiali( parliamo di presenze) quindi un’inezia, tenendo conto che Icardi non sarà nella lista Champions( facoltà della Società) e che con le 38 di campionato e circa 5/6 di coppa Italia si può arrivare a quarto 44,si parlerebbe di 4 presenze ufficiali, abbastanza agevole per l’Inter fargliele fare. Come finirà stavolta è ancora difficile pronosticarlo. Oltre al caso Pandev del 2009, ce ne sono stati altri, ma nessuno ha ottenuto lo svincolo, le Società in questo sono scafate.E ci sono tempi tecnici non proprio brevissimi del Collegio Arbitrale.Brevissimi quanto un week end sono invece i tempi del calciomercato, per trovare un’improbabile soluzione last minute (e low cost per chi compra).Meno agevole sarà per l’Inter ottemperare il termine “ il giocatore non deve essere discriminato “ , in questo il divieto di svolgere amichevoli e allenamenti tattici, potrebbe aiutare Icardi nel ottenere, almeno, un risarcimento che non può superare il 20/100 del compenso lordo annuo. Il fatto che però, il precedente avvocato Nicoletti ( molto bene posizionato in Lega) abbia rinunciato all’incarico per essere sostituito dall’avvocato Di Carlo, un nome abbastanza anonimo nel diritto sportivo, non fa pensare ad una battaglia che facile da vincere. Icardi in prestito? C’è la fila: Paris Saint-Germain, Atletico Madrid, Monaco. E perfino il Barcellona, secondo le ultime indiscrezioni.Ma nel frattempo tutto il mondo di whatsapp sta leggendo il Pdf dell’avvocato di Icardi, che si inoltra di chat in chat.E la viralità non fa altro che aumentare l’aggressività, nonché l’intransigenza delle posizioni.Anche perché la terminologia tecnico-legale porta a pensare che alcuni passaggi siano provocatori, ma non quello relativo al risarcimento, perché fa parte integrante del ricorso al Collegio Arbitrale, anzichè strutturali alla causa per mobbing. Si è arrivati al punto che in questa storia è tutto un atto dovuto.Necessario. Inevitabile. Ecco l’errore. Gli errori.Ci voleva allora un pizzico di buonsenso in più? Chissà.Tra un’esclusione tecnica e una causa per mobbing, c’è un mare di incomprensioni. Certo che sarebbe il primo giocatore che decide di buttarsi via così, rimanendo fermo, dopo i sei mesi dello scorso anno, ulteriori, minimo altri sei, se non fino al 2022, depauperando il suo valore e il suo potere di ingaggio, anche se, ovviamente, continuando a prendere i 5 milioni netti dall’Inter e causando un danno patrimoniale e finanziario alla stessa Società. Quando una donna decide di vendersi, si dice:”ognuna del suo corpo fa ciò che vuole”, in questo caso verrebbe da dire:” ognuno del proprio talento fa ciò che vuole”, certo risulterebbe inspiegabile la decisione di Icardi, perché, al di là di tutti i diritti e i dispetti, quando una Società, quando uno stadio non ti vuole più, anzi ti detesta, è impossibile non capire che è giunto il momento di dimostrare altrove le proprie qualità.