LA PRIMA LINEA DI ZINGARETTI DEVE ESSERE CATTIVISSIMA
        Il voto per leprossimeEuropeeha portato alla luce due idee contrapposte su come presentarsi a quella importante competizione. Ci sono quelli che pensano che, essendo il sistema di voto proporzionale con sbarramento al 4%, sia meglio che ciascuna forza vada da sé, racimolando tutti i voti possibili così da dare rappresentanza autonoma a formazioni di orientamento diverso e con collocazione europea diversa. Ci sono quelli che temono la dispersione delvotoin sei-setteliste, alcune delle quali inesorabilmente non raggiungeranno il 4%, facendo così un regalo al fronte avverso. Il tema è cruciale per ilcentrosinistrae per lasinistra.Nicola Zingaretti, con pazienza, sta cercando di metter su una lista unitaria e,fallito l’incontro con i ragazzi attempati diEmma Bonino, pensa di fare unalista del Pdcon molti apporti di personalità autonome. Poi ci sarà per l’appunto quella di+ Europa, quella deiVerdie dio solo sa quante liste di sinistra competeranno fra di loro attaccando più il Pd cheMatteo Salvini. Sappiamo fin d’ora che molti voti finiranno dispersi e inutilizzati. Ma alla vanità personale e alla vanità identitaria non c’è rimedio. Prevalgono le piccole ambizioni su quelle grandi. Amen. È fondamentale, però, che Zingaretti apra la sua lista senza schemi antichi. Non servonocandidaticivetta: il giovane, la donna, quello dello spettacolo, la scienziata. Servono tutti loro, ma quel che occorre è porre con forza il tema europeo e il tema dell’Italia in Europa contrapponendosi ai sovranisti. Questa storia delsovranismo, dopo le Europee, tornerà in cantina come tutti gli oggetti usati. È un’idea di seconda mano totalmente priva di consistenza a meno che non si trasformi in nuovonazionalismoche ha dato già le sue prove miserabili inGran Bretagnacon laBrexit. Non si può sfuggire a due dati. Il primo è che ilpopolo italianoè il più “contaminato” del mondo avendo alle spalle un vissuto ultra-millenario in cui gente di varie storie, di vari luoghi, di vari colori persino si è fusa in una unica nazione. Il secondo dato è che l’Italiadiventa una nazione quando si iscrive, con i suoi leader che vollero il Risorgimento, nel grande alveo europeo che favorì il processo unitario contro l’impero austriaco e anche contro il potere temporale e territoriale della Chiesa. Quello che dicono i sovranisti semplicemente non esiste se non nel dibattito iper-ideologico e nella esperienza delfascismo. Qui, su questi temi e, per “li rami”, sulle scelte concrete da fare per l’Italia europea che bisogna costruire la sostanza di una aggressivacampagna elettorale. Chi ci sta, ci sta. E in ogni caso non è il momento di seguireMassimo Cacciari,che peraltro fra i primi propose unalista unitaria, che vorrebbe infliggerci il dibattito su Pd eM5s. Le liste Zingaretti le faccia a modo suo, paghi i prezzi indispensabili allecorrenti, tenga presente che ci sono personaggi “voto-repellenti” cioè queicandidatie candidate che stanno sulle palle a tutti, sia che siano statirenzianisia che non lo siano stati. Soprattutto lasci a casa i presenzialisti, quelli che non vogliono mai a stare fermi un giro o che ignorano che hanno fatto l’ultimo giro.Se c’è un renziano bravo e non odioso, viva lui/lei.E questo atteggiamento valga anche per altri. Io, come molti elettori, questa volta, a meno di non essere costretto da liste fatte veramente male, non guarderò ai nomi. Guarderò ai temi che Zingaretti metterà al centro della battaglia europeista e guarderò allacazzimmache il nuovo leader metterà nel combattimento elettorale.Movimento 5 stellee Salvini vanno contrastai con fermezza, soprattutto il capo dellaLega. Ci saranno molte fake news. A brigante, brigante e mezzo. Non sarà un pranzo di gala e farà bene ilsegretariodel Pd a mettere su un drappello di “cattivissimi” che facciano vedere i sorci verdi a chi sta distruggendo l’Europa e il nostro Paese.
