COSA NON SI FA PER BLOCCARE DI MAIO

COSA NON SI FA PER BLOCCARE DI MAIO

L’uscita di Grillo sui ministri non politici contro la “poltronofilia” serve a bloccare Di Maio qualora facesse i capricci e fosse troppo esigente in sede di formazione del Governo da parte di Conte. E’ l’asso di briscola dato in mano a quest’ultimo. Almeno spero sia lo scopo vero. Di Maio deve essere fermato. Ha troppo potere e lo usa in modo eccessivamente disinvolto. Non ha l’esperienza. Il vero problema del Governo sarà il ministero degli Interni perché su tutto il resto avrà la strada spianata. Non so se Di Maio sia in condizioni di andarci lui: io personalemnte credo che potrebbe essere la persona adatta a gestire con una certa energia la fase postsalviniana, che deve essere necessariamente più equilibrata ma molto più concreta nel raggiungere gli obiettivi. Di Maio potrebbe essere la persona giusta. Invece, temo lo affidino a un tecnico per togliersi dalle scatole lui e il bubbone. Sarà un errore capitale, sul quale già fra un paio di mesi potrà scivolare il Governo, attirarsi l’odio degli italiani. Perché ha voglia Fratojanni a chiedere pieno appoggio alle navi ong, se passasse la sua linea salterebbe tutto. Probabilmente è vero che il Governo nasce all’estero, sollecitato da Bruxelles al Pd e ai 5 stelle, imposto a Roma e a Milano, i cui establishment puntavano largamente su Salvini premier. Ma non esageriamo il ruolo dell’Ue, come fanno Salvini e il Giornale di Sallustri, perché la svolta ha due padri sicuri: Renzi e Grillo, appunto e, seguito da distanza, anche B. nel ruolo dello zio pronto a garantire in extremis. Può anche essere che siano stati loro tre a determinare, in piena autonomia, la svolta antisalviniana, con Bruxelles più che consenziente. E, per quello che ne sappiamo, il tutto potrebbe essere partito addirittura proprio da B. dato che è l’unico dei tre a seguire da vicino l’Europa. Loro due, o tre, hanno alla fine imposto il nuovo Governo a un Pd molto disorientato e ai 5 stelle in caduta libera che non sanno più che cosa volere. La manovra presuppone grande sapienza politica, grandi capacità strategiche e tattiche, direi al millimetro. Una coesione d’intenti che ha del scientifico.