MAI PRIMA D’ORA ABBIAMO AVUTO COSÌ POCO TEMPO PER FARE COSÌ TANTO
        La preveggenza di F.D. Roosevelt pare tagliata su misura sul caso italiano. Martedì ore 10.30. L’ora non è irrilevante perché può ancora succedere tutto e il contrario di tutto. Manca mezz’ora all’ennesimo incontro tra Di Maio e Zingaretti. Ho l’impressione che Di Maio continui ad alzare incoscientemente l’asticella e voglia una abiura del Pd, quando l’abiura dovrebbe farla lui, che ha rinnegato tutti i principi fondanti del movimento per correre dietro a Salvini. Vuole anche che il Pd ingoi il rospo del Conte bis, senza neppure cedere sui ministeri più importanti. Esige, forte del suo 33% in Parlamento. Ma bluffa perché sa che, da una eventuale tornata elettorale, il M5S uscirebbe molto ridimensionato e all’opposizione di un governo di destra, che eleggerebbe anche il Presidente della Repubblica. Per tacere dei giochi interni con i quali vorrebbe bloccare Di Battista e Fico e delle sue smisurate ambizioni personali per ottenere la poltrona di Primo Ministro, fatta balenare da Salvini che lo conosce bene. In pochi anni da venditore di bibite al San Paolo al Palazzo Chigi. Il treno della vita: come rinunciarci? Ma per la prima volta paiono su sponde diverse anche Casaleggio e Grillo, che spingono per soluzioni opposte. Una partita su più tavoli quella di Di Maio, in cui è anche obbligato a bluffare. Dall’altra parte Zingaretti ha i suoi problemi: allontanare l’idea del ribaltone senza altro fine che la conquista delle poltrone, la fronda interna di Renzi e lo sconcerto del popolo del Pd, oltre a una sfiducia di fondo nelle capacità, nell’esperienza e nei curricula della classe dirigente grillina, che dimostra di essere ancora a capo più di un movimento di protesta che di un partito. Vedasi l’abbraccio con i gilet gialli. Zingaretti sa che perderebbe le elezioni, forse non rovinosamente, ma di sicuro lascerebbe la strada libera a un governo Salvini. Il che non è responsabilità da poco. Ancora una volta si chiede al Pd di immolarsi per responsabilità, ma se dovesse andare male scomparirebbe. Come andrà a finire? I segnali confortanti vengono dalla UE e dai mercati. La prima fa balenare la possibilità di un allargamento della possibilità di deficit al governo europeista e amico. I mercati dimostrano il loro apprezzamento con lo spread sotto 200 e la Borsa in rialzo. E questi sono gli indici più sicuri.
