DISCLAIMER: OGGI PARLO MALE DEGLI AFRICANI

Non di tutti e certo non della percentuale fisiologica di delinquenti che inevitabilmente alligna in ogni strato di popolazione di ogni nazione della terra, nel caso dei migranti favorita da eufemistiche “difficoltà di integrazione”. Non parlerò neppure di quelli che frettolosamente e volgarmente chiamiamo “zio Tom”, ovverossia quelli che appaiono troppo devoti all’uomo bianco. So bene quanto sia facile per un bianco di buon cuore, in Europa ma ancor più in Africa, dispensare favori che possono letteralmente cambiare il corso della vita di un Africano e della sua famiglia. E questo ci fa sentire dotati dei poteri di un semidio, nulla di strano quindi che anche i nostri “miracolati” possano a volte vederci così. Parlerò invece di quelli che si sono integrati anche troppo. Magari partendo da una situazione già privilegiata nel proprio paese di origine, ad esempio la Nigeria. talmente privilegiata da consentirgli prima di laurearsi negli USA e poi di completare gli studi nell’Europa degli anni settanta, quella aperta al mondo e ancora indenne dalle metastasi razziste.Quelli, ad esempio, come Toni Chike Iwobi. Un uomo brillante, tenace, istruito ed abile che ha saputo e potuto scalare le classi sociali fino alla loro sommità diventando nientepopodimenochè Senatore della Repubblica Italiana. Una storia di successo, se non fosse che per raggiungerlo Toni milita da 26 anni nella Lega Nord. E’ come se un vegano lavorasse in una macelleria o un diabetico in una pasticceria, o peggio ancora come se un antilope uccidesse altre antilopi per sbranarne la carne.In Africa ne ho conosciuti alcuni di questa genìa contronatura. A volte bastava loro l’acquisto di una Mercedes pagabile in 120 rate per polverizzare fratellanze, parentele ed amicizie e diventare i peggiori aguzzini di quelli che avevano il solo torto di ricordare loro da dove provenivano. Ecco, questi sono gli unici Africani che guarderò sempre dall’alto in basso.