EVVIVA SAN MATTEO (E RENZO ARBORE)

EVVIVA SAN MATTEO (E RENZO ARBORE)

La festa di San Matteo è tornata agli antichi fasti, una festa di popolo, partecipata, coinvolgente, tra sacro e profano, che si è scrollata di dosso la deriva penitenziale che l’aveva caratterizzata negli anni scorsi. Il nuovo vescovo monsignor Bellandi ha assecondato la tradizione e ne è venuto fuori un giorno di gioia e di vera condivisione di fede. Fin dal solenne pontificale si è respirato un’ aria nuova, non c’era tensione tra istituzioni e clero ieri mattina al Duomo e la gran folla intervenuta ne era la dimostrazione lampante. La processione mai come quest’anno ha avuto un seguito straordinario pur essendo ancora caratterizzata da alcune lungaggini che si potrebbero evitare. Ma il vero e proprio clou è stato il concerto di Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana in piazza della Concordia, più di due ore e mezzo di intrattenimento musicale che ha richiamato migliaia e migliaia di persone (e se il Capodanno in piazza lo spostassimo qui? Io ci farei un pensierino, piazza Amendola ormai è troppo piccola). Arbore, sulla cui straordinaria bravura, simpatia e resistenza (ha 82 anni e non si è fermato un attimo!) non si discute, ha avuto il grande merito (e con lui la Camera di Commercio e il Comune) di riportare la musica nel programma civile dei festeggiamenti dopo che per alcuni anni era stata sbattuta fuori. I fuochi d’artificio ben dopo la mezzanotte hanno concluso degnamente la giornata. Bravi tutti