I SETTANT’ ANNI DI BRUCE SPRINGSTEEN: AUGURI BOSS!

Una figura di rilievo nel panorama della musica, in grado di abbracciare quattro generazioni, fedele a se stesso, semplice e diretto, mai orpelli inutili o sindromi da Peter Pan represse. Parliamo di Bruce Springsteen, meglio conosciuto come il ” boss”. Oggi intento a spegnere le sue settanta prime candeline. Bruce nasce il 23 Settembre del 1949 al Monmouth Memorial Hospital di Long Branch, una piccola località marittima del New Jersey. Bruce, primogenito della famiglia (ebbe due sorelle nate rispettivamente nel ’50 e nel ’62), ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Freehold, una cittadina operaia vicina, ma più spostata verso l’entroterra. Musicalmente Bruce si è formato nei locali del Jersey Shore e della scena musicale di Asbury Park degli anni 60. Durante le session che finivano all’alba, ha imparato le basi del mestiere ma soprattutto ha imparato a memoria lo sterminato repertorio su cui ha costruito parte della sua leggenda. L’esordio discografico nel 1973, dopo un provino con il leggendario John Hammond, e l’etichetta di “nuovo Dylan”, si accompagnano a due album, “Greetings From Asbury Park, N.J.” e “The Wild, The Innocent and The E Street Shuffle”. In possesso di un contratto per tre album, sarà proprio la terza uscita quella che decreterà la sua appartenenza oppure l’estromissione dal mondo della musica. Nel 1975, l’ultima chance. Durante le registrazioni cambia produttore, due membri della band lo abbandonano, nella E Street Band entrano il suo vecchio amico Little Steven Van Zandt, Roy Bittan e Max Weinberg. Bruce vuole un suono che ricordi il Wall of Sound di Phil Spector. il risultato è “Born to Run”, uno dei dischi più importanti della storia del rock. Non è un caso che “Born To Run” sia anche il titolo della sua autobiografia. Naturale conseguenza di quel libro è stato un anno intero di concerti a Broadway dove quella biografia l’ha portata dal vivo, in completa solitudine, una chitarra e un pianoforte soltanto. Uno spettacolo assolutamente inedito nella storia del rock. “Tunnel of Love” è il disco con il quale inizia il distacco dalla E Street Band, e poi con l’inizio degli anni 90 ci sono “Human Touch” e “Lucky Town”. Vincerà l’Oscar per “Streets of Philadelphia”, la canzone portante della colonna sonora del film “Philadelphia”, e poi con un disco acustico, molto intenso, come “The Ghost of Tom Joad”. Con l’apertura del nuovo millennio arriverà anche il momento della pacificazione e della reunion con la E Street Band, suggellata dall’album “The Rising”. «Nei miei brani racconto la vita dei lavoratori anche se non ho mai lavorato in vita mia», confessa ironico il Boss, tutto questo lo aiuta a restare sempre con ” i piedi per terra”, una persona controversa ma anche acuto osservatore della realtà. Ha sempre avuto un difficile rapporto con il padre, questione che è rimasta aperta per Springsteen. E’ proprio dal padre che ha ereditato la malattia della depressione, e come ha più volte dichiarato, Bruce si è sentito “immobilizzato” dalla malattia. Ne è stato vittima tra i 60 e i 62 anni, per poi uscirne e ricaderci dopo poco, sulla soglia dei 64. Suo padre si era ammalato lavorando incessantemente e Springsteen, ricordando la sua giovinezza, spesso fa riferimento proprio a quei tratti invalidanti: “Nella nostra famiglia non esistevano pranzi fuori né serate in città. A mio padre mancavano la propensione, i soldi e la salute per condurre una normale vita sociale e coniugale”.Conclusa l’avventura di successo dello spettacolo a Broadway tra musica e parole, quest’anno ha pubblicato l’album “Western Stars” mentre il 25 ottobre è previsto il suo arrivo nei cinema con il film, che porta lo stesso titolo del disco. Springsteen ha confermato che entrerà in studio con la E Street Band in autunno, per poi intraprendere insieme un tour mondiale nel 2020 che farà tappa anche a Roma e, probabilmente, in qualche altra città. In Bruce sono fortemente presenti il senso di comunità, di appartenenza e di condivisione che tramite la musica, legano i personaggi delle sue canzoni con chi le ama. Dopo anni il boss è tornato a vivere nella periferia del New Jersey. Un musicista che è sempre riuscito a salire sul palco ed a trasmettere energia, positività, voglia di vivere pur essendo un depresso. La musica è diventata per lui un’ottima terapia, il calore ricevuto dai numerosi fans di svariate fasce di età, gli hanno permesso di non sprofondare nel buio dell’isolamento, lo stesso buio in cui suo padre andava a rifugiarsi nei bar sedendo sempre agli ultimi posti dei locali. Quel “Born to run” ora non è più una corsa ma mostra una persona anziana che racconta davanti a migliaia di persone cosa significa essere giovani e “fuggire da una città di perdenti per vincere” e diventare vecchi. Bruce ha recuperato il senso di parole che aveva cancellato dal suo vocabolario e che rifiutava. Parole come: famiglia, casa, padre, madre, figli, per non diventare anche lui “un bel cadavere giovane”, come quelli da cui ha sempre voluto fuggire. Oltre quarant’anni di carriera, per il Boss in cui ha vinto 20 Grammy, un Oscar e un Tony, oltre ad essere stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, aver ricevuto un Kennedy Center Honor ed essere stato nominato “Person of the Year” da MusiCares nel 2013. E’ così che tra semplice complessità, e maturità acquisita, non si può che ammirare questo grande interprete che è diventato leggenda nel mondo del rock e nel cuore dei fans.Buon Compleanno Boss !