INTER : 6’ “MARAVILLA” E CONTRO-SORPASSO, ASPETTANDO LA JUVE
A Marassi doppietta di Sanchez (espulso a inizio ripresa) e rete di Gagliardini. In mezzo un gol di Jankto. Continua in Serie A la marcia “perfetta” dell’Inter.A Marassi la squadra di Conte batte 3-1 la Samp, risponde alla Juve e resta in vetta alla classifica a punteggio pieno.Nel primo tempo i nerazzurri dominano e passano in vantaggio grazie a una doppietta di Sanchez (20′ e 22′), poi nella ripresa il Niño Maravilla si fa subito espellere e i blucerchiati accorciano con Jankto (55′). Di Gagliardini (62′) poi la rete che chiude il match. Vittoria strameritata della squadra di Conte, che dopo un primo tempo stratosferico ( chiuso sul 2-0) si complica la vita, rimane giustamente in 10 all’inizio del secondo e soffre, accorcia Jankto, ma Gagliardini trova il terzo gol e i tre punti che riportano l’Inter al primo posto. Sesta vittoria consecutiva per l’Inter, era dal 1966/67 che non accadeva, e grande prova di forza, pur costretta a giocare in 10 tutto il secondo tempo, espulso Sanchez, per una giusta somma di ammonizione, incredibile l’ingenuita’ del cileno. Finisce a Marassi come doveva finire, vince la prima, perde l’ultima, vince la miglior difesa del campionato e perde la peggiore. Mia Martini cantava “ gli uomini non cambiano” e forse aveva ragione, ma le partite invece cambiano, eccome se cambiano. L’Inter in dominio completo, sopra di due gol, e con la Sampdoria contenta di aver finito il primo tempo con soli due gol al passivo, torna in campo nella ripresa ed ha con Martinez la palla del 3-0, Audero para, o se volete l’argentino sbaglia, Sanches, arriva sul pallone e non trova di meglio che, tuffarsi davanti ad un non contrasto del difensore blucerchiato, Calvarese bravissimo e attentissimo se ne accorge: ammonito, già ammonito, viene espulso e lasciaml’Inter in 10. E qui la gara cambia, perché pochi minuti dopo la Sampdoria trova il gol con Jankto, e la partita si riapre clamorosamente, con la squadra di Di Francesco che si rianima e ci crede. Conte però trova il cambio giusto, dentro Lukaku, fuori Martinez, vuole la squadra alta, e ci riesce, anche fortunosamente, su una punizione Brozovic trova una gran imbucata per Gagliardini che sbagliando lo stop, inganna Audero, che ribatte la palla addosso al centrocampista neroazzurro che non ha difficoltà a mettere in rete. Conte ha optato per un deciso turnover ( ne cambia 7 rispetto alla Lazio) ma, ancora una volta, ha ragione lui, gli esordi dall’inizio di Bastoni ( cl 99) e Sanchez, risultano vincenti e, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Difficile pronosticare che l’Inter potesse presentarsi allo scontro del 6 ottobre con la Juve da capolista, quando aveva tre partite come derby, Lazio e Sampdoria, mentre la Juve aveva tre vittorie scontate( o quasi) come Verona, Brescia e Spal. “ Potevano uccidere un elefante, ma non noi” le parole di Conte a fine gara fotografano lo stato di esaltazione di tutto l’ambiente neroazzurro. Consapevole, feroce e cinica.L’Inter targata Conte non fa prigionieri e continua a vincere.Nonostante il fiato sul collo della Juve, i nerazzurri si aggiudicano il delicato testa-coda con la Samp giocando tutta la ripresa in dieci e avvicinandosi nel migliore dei modi alla sfida col Barcellona e al big match con i bianconeri.Un risultato importante per l’Inter.Sia da un punto di vista aritmetico, sia psicologico. Con l’autostima a mille, infatti, gambe, piedi e testa difficilmente tradiscono.E la gara di Marassi, nonostante il profondo turnover di Conte e i 45′ in dieci, conferma tutto.Compresa la fragilità della Samp, ancora invece alle prese con una rivoluzione tecnica complicata e manovre societarie che disturbano la squadra e tolgono energie. Con Bastoni sulla sinistra, Sanchez accanto a Lautaro e Gagliardini in mediana, al Ferraris il primo tempo è un monologo nerazzurro. Meno potente e muscolare, ma più mobile e dinamica, l’Inter parte forte, sfruttando la rapidità degli attaccanti, la sicurezza nel palleggio da dietro e gli inserimenti di Candreva. Un forcing che sorprende e devasta la Samp, presa subito d’assalto per vie centrali e sugli esterni, impaurita, al punto di evitare di pressare, e di rimanere rintanata nella propria metà campo.Con Sensi e Brozovic padroni del centrocampo, il primo squillo arriva su uno svarione di Chabot che Lautaro non riesce a sfruttare.Poi la l’organizzazione nerazzurra prende il sopravvento e, dopo venti minuti di gioco, arriva la spallata che segna la gara. In due minuti gli uomini di Conte aggrediscono alti e piazzano due ganci devastanti con Sensi e Sanchez.In realtà sono due “ gollonzi” fortunati, il telecronista parla di “ pensare in positivo” ma si potrebbe tradurre in romagnolo “ a bus de cul” , perché i due tiri di Sensi sono sbagliati, ma uno finisce nello stinco di Sanches, va contro il palo e in rete, e l’altro, pure questo sbagliato, finisce per essere un ottimo assist per Sanches che insacca, essendo in gioco per un nonnulla, Inter “ forte e fortunata”. In controllo, l’Inter gioca a memoria palleggiando basso e verticalizzando senza difficoltà. Una manovra avvolgente e precisa, che annichilisce la Samp e trasforma la partita in un tiro al bersaglio verso la porta di Audero. Sensi, Lautaro e Brozovic provano ad arrotondare il risultato, ma non riescono ad affondare il colpo e il primo tempo si chiude con la banda di Conte in pressione.Candreva farebbe anche il 3-0 ma, questa volta, l’Inter è sfortunata, e l’esterno destro risulta in off-side, seppur di pochissimo. Nella ripresa Di Francesco passa al 4-4-2, ma è il Niño Maravilla a cambiare la gara. Già ammonito, dopo una clamorosa occasione sbagliata da Lautaro, il cileno simula in area, rimediando subito il secondo giallo del match e lascia l’Inter in dieci. Un’ingenuità che la Samp sfrutta accorciando le distanze con Jankto, bravo a battere Handanovic con un bel diagonale, ma che non mina le certezze nerazzurre. In inferiorità numerica, Conte getta infatti nella mischia Lukaku, D’Ambrosio e Barella, rimettendo a posto l’assetto dalla squadra e la partita.Dopo un’invenzione di Brozovic, ci pensa Gagliardini a riportare avanti l’Inter di due gol con la complicità di Audero. ( anche in questa circostanza la fortuna arride ai neroazzurri, il mancato sto po di Gagliardini, determina l’incertezza di Audero). Poi nel finale c’è spazio per l’assalto blucerchiato e le ripartenze nerazzurre.Da una parte Audero ferma un cucchiaio da due passi di Lukaku, dall’altra Handanovic vola invece su un bolide di Vieira e Quagliarella sbaglia da buona posizione.Sono gli ultimi lampi di un match che poi non cambia più. Anche in dieci, l’Inter di Conte è un carro armato.In nerazzurro solo Herrera ha fatto meglio a inizio stagione nel ’66-’67 arrivando a sette gare vinte di fila.Per la Samp invece è sempre più notte fonda all’ultimo posto in classifica.
