L’INCANTEVOLE MARTIN EDEN, IL REGALO DI PIETRO MARCELLO A VENEZIA

Martin Eden, il capolavoro autobiografico di Jack London racconta la difficilissima vita di un marinaio il cui nome dà il titolo al romanzo che è stato fondamentale per la formazione di intere generazioni. Privo di istruzione ma con una insaziabile fame di vita e di conoscenza, Martin lotta disperatamente per diventare uno scrittore e per elevare il suo livello culturale a quello di Ruth, la donna che sente di amare da subito.Pietro Marcello con la sua liberissima trasposizione di questo romanzo ha portato a Venezia il cinema che vorremmo vedere sempre: bello, poetico, libero dagli schemi.Il regista sposta l’ambientazione dalla California di Jack London a una Napoli bellissima, fuori dal tempo, dipinta con immagini struggenti, dove il protagonista per sopravvivere si adatta a fare i lavori più umili. Un giorno, mentre dorme su una nave ancorata al porto, Martin sente le grida di Arturo un ragazzo troppo di buona famiglia per reagire alla violenza di un aggressore e così dopo averlo salvato dal pestaggio viene invitato nella villa di famiglia dove incontra Giulia la sorella di Arturo di cui si innamora perdutamente.Nella villa della ricchissima famiglia, fa anche un altro incontro importantissimo: i libri che Martin identifica subito come l’unico mezzo migliorare e poter essere degno di Giulia che sente essere così difficile da conquistare.Come può un ragazzo che vive di espedienti che lavora nella sala motori di una nave o in una fonderia, sempre mal vestito, con le unghie sporche e senza alcuna istruzione, arrivare al cuore di una rampolla di una nobile famiglia che suona il pianoforte e parla il francese?Gli ostacoli da superare sono tantissimi e tutti durissimi ma la sua forza di volontà e la spinta data dall’amore per Giulia lo portano a diventare un lettore accanito prima ed uno scrittore poi lottando contro l’indifferenza delle case editrici che rifiutano sistematicamente i sui romanzi.Gli occhi con cui Pietro Marcello guarda il suo Martin Eden insieme alla memorabile interpretazione di Luca Marinelli danno una grandissima ed inedita profondità ed universalità al personaggio.Martin dal carattere cupo e fragile, frequenta i circoli socialisti ma è fondamentalmente un individualista ed entra in conflitto con i suoi compagni; quando arriva la tanto agognata notorietà quasi la rifiuta interrogandosi sul perchè le stesse poesie che venivano sistematicamente rifiutate dagli editori adesso siano diventate un oggetto di culto e lo abbiano reso ricco.La notorietà sembra essere una fregatura perchè una volta raggiunta perde la sua importanza agli occhi di Martin così come tutti i desideri che lo avevano accompagnato in gioventù.Non riesco ad immaginare nessun altro attore così perfettamente aderente al personaggio, Marinelli parla perfettamente il dialetto napoletano e restituisce il tormento di Martin Eden in un film potentissimo e struggente dove la regia bellissima ed audace si prende mille rischi con inserimenti di immagini di repertorio ( vere ma anche finte ) ed altri inserti coerenti con la narrazione anche quando sono apparentemente fuori contesto.“Martin Eden è una figura come Amleto, come Faust ” ha detto Marinelli in conferenza stampa ” un archetipo che ci spiega la voglia di migliorarsi e riscattarsi che è in ognuno di noi”.E’ uno di quei sempre più rari casi in cui tutto sembra perfetto: ogni fotogramma ogni espressione sono le note di questa sinfonia.Pietro Marcello si conferma uno dei nomi di primissimo piano del cinema italiano e questo film delizioso ha grandissime ambizioni. dal nostro inviato a Venezia Giovanni Battaglia