M&M, LE DUE PRIMEDONNE

M&M, LE DUE PRIMEDONNE

Questa fase della politica italiana è caratterizzata dalla compresenza di due primedonne, i due Mattei, che presentano alcuni aspetti in comune: entrambi dotati di un ego ipertrofico, si muovono nel teatro politico italiano con una grande disinvoltura – con un’eccessiva disinvoltura – senza apparentemente tenere in alcun conto i danni che producono. Tenendo entrambi come unico criterio della propria attività il successo nel perseguimento delle proprie ambizioni. Uno dei due si muove prevalentemente nell’area di destra e l’altro prevalentemente nell’area di centro, entrambi con delle brevi ma rapaci puntate sull’elettorato smarrito dalla sinistra. Alla fine non stupisce che in democrazia ci siano demagoghi che nei momenti di difficoltà strutturale massimizzino i propri profitti politici. Quello che preoccupa è il credito che costoro trovano presso gli elettori, sulla scorta della abilità tattica  che viene loro accreditata. Uso il termine accreditata a ragion veduta: entrambi gli strateghi hanno preso cantonate enormi che avrebbero stroncato un elefante. Renzi è riuscito per la propria arroganza a legare alla propria sorte unreferendum costituzionale, che avrebbe potuto essere vinto se il Matteo avesse avuto appena un briciolo di senso della misura in più. Invece, dichiarando che se avesse perso,si sarebbe ritirato dalla politica, diede un argomento estremamente motivante a quella parte d’Italia che era stata percossa dalle sue riforme, non concordate in alcun modo con le persone su cui avrebbero avuto effetti. Salvini, dopo aver coccolato in pieno stile leghista i peggiori egoismi, in un’Italia sofferente e bistrattata da una sfrenata, prolungata, miope e strabica austerità, ha provato a incassare la plusvalenza di consenso assorbita ai 5stelle, ma lo ha fattoin un modo così sgraziatoe disgraziato da dar giustificazione agli ex alleati traditi per guardare al Pd, tradizionalmente considerato alternativo. Eppure, nonostante gli eclatanti insuccessi, i due Mattei continuano ad aggirarsi impettiti sul palcoscenico politico nazionale come sussiegosi ballerini di flamenco, accreditati di importanti doti tattiche. Ma a nessuno viene il dubbio che la dote che li accomuna e che li avvantaggia rispetto agli altri attori sia la totale mancanza di scrupoli e la particolare qualità di tolla di cui hanno la faccia, entrambi? Certo. Può dirsi che gli altri attori della scena politica attuale siano altrettanto sleali, ma meno capaci. Forse è vero, la maggior parte del personale politico presenta caratteristiche che nelle normali relazioni umane, dai sentimenti al commercio, li condannerebbe all’emarginazione. Ma è possibile che lo stato dei rapporti tra politica e società civile sia così devastato proprio a causa del “modus operandi” della politica attuale? Intendiamoci: il potere ha sempre teso ad autoconservarsi, ma quando l’unica stella polare è l’autoconservazione, quando non si ha un progetto innovativo per la società che si vuole governare, un progetto che vada oltre l’assunzione del potere, allora povera quella società! Ecco perché i due Mattei e i loro fautori ed emuli non sono la soluzione dei problemi italiani: sono sintomi. E vanno curati, come la malattia.