NELLA NARRAZIONE DELLA DESTRA MODERNA, SE CHIEDI DIRITTI PER QUALCUNO, SIGNIFICA CHE LI VUOI TOGLIERE AD ALTRI
Sabato, in piazza San Giovanni, a Roma, tra un Salvini che è passato come se niente fosse dal secessionismo al patriottismo più oltranzista e un Berlusconi che considera un “attentato alla libertà” il voler punire i grandi evasori, un posto d’onore nella tribuna lo occupava anche lei: Giorgina Meloni. E su quel palco, Giorgina, tutta infervorata dietro un drappo tricolore, gridava: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana: non me lo toglierete! Non me lo toglierete!”.E giù applausi. E io, che sono un po’ stupido, ancora mi sto chiedendo chi siano queste persone malvagie che vogliono togliere a Giorgina il diritto di essere italiana, cristiana, madre, persino donna.C’è qualcuno che le vuole revocare la cittadinanza? Qualcuno che le vuole sottrarre la figlia? La obbligano a rinnegare la sua fede cristiana, addirittura a cambiare sesso?Chi sono queste persone terribili che minacciano i diritti civili e la vagina di Giorgina? La verità è che, nella narrazione della destra moderna, se chiedi diritti per qualcuno, significa che li vuoi togliere agli altri.Sei a favore dello Ius Soli?Stai attentando alla italianità di Giorgina.Vuoi allargare i diritti per le coppie Lbgt?Significa che vuoi rendere Giorgina meno donna e meno madre.Perché?Non si sa.Ma la gente in piazza San Giovanni non se lo chiede il perché, applaude, quindi a posto così. Il 90% della propaganda della attuale estrema destra si basa su questo meccanismo senza senso: sei contrario a lasciar morire la gente in mezzo al mare?Significa che sei contro gli italiani.Pensi che si debba tutelare la libertà di culto sancita dalla Costituzione?Semplice: vuol dire che sei contro i cristiani. È difficile opporre obiezioni razionali a una serie di affermazioni del tutto prive di logica, la forza della destra populista attuale è, in gran parte, lì.E Giorgina Meloni, che oggi come oggi è semplicemente un’imbarazzante copia di Salvini con le tette, vede crescere costantemente il consenso per il suo partitino neofascista. Come si può contrapporre una narrazione razionale a una serie di notizie inventate, non giustificate e del tutto irrazionali?Come si può comunicare facendo leva sulla realtà oggettiva e sul ragionamento, nell’epoca della post-verità? La sfida per la comunicazione politica del futuro è tutta in questa domanda.
