POCO CHE SO: QUALCHE RIGA PER CHI SI INDIGNA PER DE LELLIS

POCO CHE SO: QUALCHE RIGA PER CHI SI INDIGNA PER DE LELLIS

Ho letto tantissimo in queste ultime tre settimane (facciamo quattro, includendo quella pre-Mantova): libri molto belli, libri medi, libri evitabili, come è normale che sia. Piombando giù dalla nuvoletta di tre festival, scopro che anche in ambito letterario si polemizza con il successo del libro di Giulia De Lellis (scritto con Stella Pulpo: se non sapevo chi fosse la prima, mea culpa, so chi è la seconda, e la seconda sa maneggiare una tastiera). Il libro si chiamaLe corna stanno bene su tuttoe vende un sacco. Sui social scrittori e critici boccheggiano e protestano.Io mi stupisco, invece:  non del successo del libro, ma dell’altrui stupore. E’ evidente che il libro di una ragazza di televisione, e di social, non è diretto allo stesso pubblico di Vonnegut o di Sebald, ma neanche di chi scrive, o vorrebbe scrivere, “letterariamente”. E’ un altro campionato, un’altra storia: è come strapparsi i capelli quando in classifica salgono i libri degli youtubers, o le memorie di un calciatore o di un attore. Si rivolge ad altri. E, attenzione, è sempre successo: dai tempi delle barzellette di Totti fino al libro di selfie di Kim Kardashian.Non è una questione, non questa almeno, di crisi del sistema editoriale: se crisi c’è (e c’è, anche se ondivaga) non si deve a Giulia De Lellis ma a una diminuzione dei lettori, che certamente non sono quelli che comprano un libro sulle corna. E se diminuzione dei lettori c’è si deve (anche, non solo: queste faccende sono sempre complicate) a una mancanza di visione progettuale a lungo termine da parte di alcuni grandi editori (anche, e non solo: ripeto).Poi, se è così consolatorio affermare che non si viene compresi perché esiste Giulia De Lellis, che  dire? E’ poco il poco che so e di questopoco io chiedo perdono. Io chiedoperdono per quello che so, perdono io chiedoper tutto quello che so.