SE LA STAMPA “GIUSTIFICA” LUI CHE AMMAZZA LEI

DI CLAUDIA SABASe fossero uomini, le vittime uccise dalle loro ex compagne, fidanzate, o mogli, sarebbe tutto diverso.Ma, a morire, sono sempre e soprattutto le donne.Offese da vive e anche da morte.Come accaduto a Elisa Pomarelli, 28 anni, scomparsa da due settimane insieme “all’amico” Massimo Sebastiani.Elisa è stata ritrovata morta.Ammazzata proprio da quell’amico. Fermato e messo sotto torchio dalle forze dell’ordine fino a quando ha confessato.E i giudizi di alcuni media non si sono fatti attendere.Lui, innamorato e “ossessionato” da Elisa.Lei che lo ha rifiutato, scatenando così la tragica reazione di lui.Come troppo spesso accade, è ancora lui a passare da vittima e lei da carnefice.E quel “gigante buono”, frustrato e depresso da quel no, ha deciso di ucciderla.Lo hanno scritto oggi sullaprima pagina di un giornale.Ma Elisa è morta di violenza.Per mano di quel “gigante” che buono evidentemente, non era mai stato.Elisa è morta tragicamente, come tutte le donne, uccise da uomini che dicono di amare.Dovremmo imparare, tutti, un nuovo modo di comunicare.Perché nel prossimo articolo non si parli ancora di “giganti buoni”.E che spieghi invece che uccidere, non è mai amore.Quando l’amore uccide è possesso, abuso, prevaricazione.È l’immutata violenza riservata alle donne da millenni.Oggetti di pregiudizi antichi, ancora troppo radicati nella nostra società.