SELFIE DI FAMIGLIA: IMPERFETTA E GENEROSA, ECCO COS’È UNA DONNA

Se poi aggiungi che questa donna imperfetta, sveglia, intelligente, pasticciona, generosa, sexy, vitale è interpretata daSandrine Kiberlain, che si trascina addosso il film e attira la macchina da presa in una continua danza, spingendola a staccare il meno possibile, in scene che sembrano avere anche qualcosa di improvvisato e molto, molto di vero, ecco: hai un’idea del film. E del perché valga la pena vederlo. La donna diSelfie di famigliaviene a patti con tutto, con ogni scalfittura della vita, e riesce a rimanere in piedi. È come se spiegasse a tutti noi un piccolo segreto: nella vita si vince, si perde, talvolta si pareggia. E in ogni caso si va avanti, finché ce n’è. Se c’è una parola chiave per questo film, è accettare. Non si può controllare quasi niente: una figlia che se ne va a studiare in Canada, il giorno in cui decide di fare l’amore, come andrà l’operazione di tuo padre, o se ritroverai o no il telefonino che hai perduto. La Héloise del film comprende che quasi niente si può controllare, che il corso delle cose non lo si può gestire, non lo si può dominare: ed è quello che insegna anche a noi. In un film che racconta un’educazione difficile, e preziosa, alla felicità. Diciamolo di nuovo: fra i punti di forza del film, l’interpretazione di unaSandrine Kiberlainpazzesca: fragile e forte, ironica, drammatica e sdrammatizzante, che sembra abitare il film come se fosse vita vera, e non finzione. Accanto a lei la registaLisa Azuelos– è quella diLOL, enorme successo in Francia, e di un biopic su Dalida – mette la sua vera figlia,Thais Alessandrin. Nel ruolo del fratello troviamo inveceVictor Belmondo, nipote diJean-Paul. Uno strano affare di famiglia, che però funziona. La trama narrativa è molto esile, vive di aneddoti. Anche emotivamente, si sta più spesso nel mezzo, fra il sorriso e la tenerezza, piuttosto che agli estremi, fra la risata e il pianto. Ma non è detto che sia un male: anche la vita è così. E ci sono momenti di assoluta tenerezza, e di verità spesso sfiorata, nel film. Il nodo centrale del film – accettare che i propri figli se ne vadano, e per i figli accettare che la propria madre abbia pulsioni e desideri – è tenuto stretto e raccontato bene, con tenerezza e con charme. Ci sono freschezza, sincerità, purezza in questo film. E possono bastare.