VENEZIA 76. I FILM ITALIANI, FUORI CONCORSO, CHE HANNO CARATTERIZZATO LA MOSTRA

VENEZIA 76. I FILM ITALIANI, FUORI CONCORSO, CHE HANNO CARATTERIZZATO LA MOSTRA

Sono molti, anche fuori dal concorso ufficiale, i film italiani di interesse che hanno caratterizzato il cammino di questa Mostra. Oscurati da divi americani e influencer, proviamo a dar loro luce. VIVERE. Nei primi giorni del festival, fuori concorso, è stato presentato “Vivere” di Francesca Archibugi: uscirà il 26 settembre. La sessualità come fune a cui ci si aggrappa per superare il disagio, ragazzi che hanno le idee più chiare dei genitori. Interpretato da Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, da Marcello Fonte e dalla sorprendente irlandese Roisin O’ Donovan, “Vivere” racconta una famiglia in cui niente va per il verso giusto: Giannini è giornalista free lance con poco lavoro e pochi soldi, la Ramazzotti una madre sempre in debito di tempo, sempre in affanno; la figlia ha un’asma nervosa, crisi continue. La ragazza alla pari irlandese verrà a far crollare i precari equilibri della famiglia, e a mettere ognuno di fronte ai suoi fantasmi, alle sue contraddizioni. Ma la vita è fatta di compromessi, sembra dire la regista, di continui tradimenti del rigore, della morale; e può accadere che il vicino solitario Marcello Fonte abbia da invidiare un “vivere” tanto scombinato, imperfetto, “sbagliato”. DINOSAURI. Alle Giornate degli Autori è stato presentato “Mio fratello rincorre i dinosauri”, film d’esordio di Stefano Cipani, interpretato da Alessandro Gassman e Isabella Ragonese. Nasce dal libro omonimo di Giacomo Mazzariol, storia vera di una famiglia veneta alle prese con l’arrivo di un fratello con la sindrome di Down. Il film è in uscita oggi in tutta Italia. Gassman e la Ragonese sono il padre e la madre di un tredicenne che ha sempre desiderato un fratellino. Quando nasce Giò, i genitori gli raccontano che è un bambino speciale. “Siamo tutti meravigliosamente diversi”, dice Alessandro Gassman. “In una società dove ogni diversità è vissuta con un certo malessere, chiusura, paura, se non addirittura aggressività, questo film aiuta molto. E lo fa utilizzando la commedia, l’arma più potente del cinema. Se ci fossero più famiglie come quella del film, il nostro paese sarebbe un paese migliore”. NUMERO PERFETTO. E’ già uscito nelle sale italiane “5 è il numero perfetto”, che il fumettista Igort ha tratto dalla sua graphic novel, considerata uno dei capolavori del fumetto. Ambientata nella Napoli degli anni ’70, la storia è quella di un killer in pensione, interpretato da un irriconoscibile Toni Servillo, che torna in pista per una vendetta personale. Una Napoli visionaria, piovosa, notturna e violenta fa da sfondo a tutto questo. Fra pistolettate e inseguimenti, sembra di vedere un po’ Tarantino e un po’ un film made in Hong Kong. “Volevo una Napoli metafisica, deserta e avvolta nella nebbi”, dice il regista Igort. Sono occorsi 13 anni per realizzare il film, poi tutti i pianeti si sono allineati. Nei giorni scorsi, erano sorte delle polemiche riguardo a una dichiarazione di Toni Servillo riguardo alla “riluttività del fumetto”. Poche ore fa Servillo ha puntualizzato: “Nel caos veneziano ho usato parole che potevano essere oggetto di fraintendimento; ma ci tendo a chiarire che riconosco pari dignità a tutti i tipi di espressione fumettistica”.