VENEZIA CINEMA: IL JOKER DI JOAQUIN PHOENIX

Ha l’aria un po’ strana, Joaquin Phoenix. Sembra assomigliare un po’ al suo Joker, il personaggio che interpreta nel film di Todd Phillips, il più atteso della mostra, con i giornalisti in coda fin dalle sette e mezza di mattina. “Joker”, appunto. Sembra un po’ strano, tormenta la sigaretta all’incontro stampa, la voce si trascina, i pensieri non sembrano venirgli fuori troppo in ordine. Probabilmente è il jet lag, o forse è il personaggio che continua a stargli dentro.Il suo Joker è un uomo con disturbi psichici, che vive con la madre in una casa buia e desolata. Fa il comico, ma alle sue battute non ride nessuno: il suo sogno è finire nello show tv presentato da Robert De Niro, farsi applaudire da milioni di telespettatori. Intanto, però, si trascina nelle strade di una New York/Gotham City sordida, zozza e senza pietà per quelli come lui.Vengono in mente film come “Taxi Driver” o “Re per una notte” – e non è un caso che Robert De Niro sia fra gli attori di questo film. La città violenta, l’uomo solo che medita rivincite; il sogno di partecipare allo show televisivo che amiamo. Ed entrambi i film vengono citati dal regista, Todd Phillips: “Sì, sono fra i miei film preferiti, come anche ‘Toro scatenato’ o ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’. Sono tutti film americani degli anni ’70, è vero; probabilmente, in quegli anni si creavano dei personaggi più approfonditi, e per questo indimenticabili”.Per interpretare questo Joker, Joaquin Phoenix è dimagrito venti chili. “E’ stata dura, ma mi è servito. Diventare così magro, e dunque così fragile, ti cambia anche psicologicamente: perdere tanto peso ti toglie tutte le sicurezze, ti fa impazzire”.Mr. Phoenix, come racconterebbe il suo Joker?“La cosa più bella è questa: è un personaggio difficile da definire. Lo abbiamo preparato a lungo, per almeno sei mesi ne abbiamo parlato con il regista, definendo il suo aspetto, la sua voce, i gesti, le sue risate. Eppure, quando siamo arrivati sul set, ogni giorno ne scoprivamo un aspetto nuovo. È un personaggio che ha sorpreso per primi noi che lo abbiamo costruito”.A proposito della sua risata. La sua risata che è il sintomo di una malattia. Come la racconterebbe?“Non c’è solo ‘una’ sua risata: ce ne sono molte. C’è una risata che gli fa male, e che segnala il suo dolore, una risata che esplode nei momenti di rabbia, che fa male agli altri. E c’è, infine, quella che illumina il Joker una volta sola: una risata, al contrario, di autentica gioia. C’è stato un lavoro di modulazione sulle sue risate”.Il resto lo trovate su Quotidiano nazionale, oggi, se volete.