ZINGA, CONTE, DI MAIO, “STATE SERENI” E’ TORNATO RENZI
Zinga, Conte, Di Maio, “state sereni”. Renzi l’ha messo in quel posto a tutti un’altra volta. Perché il lupo perde il pelo, ma non il vizio e nessuno l’aveva calcolato.I fatti. Prima spinge il Pd fra le braccia di M5S e ora dice: “Di Maio non mi convince, non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è un’altra cosa rispetto all’algoritmo di Casaleggio”. E critica pure il Pd: “mancanza di visione sul futuro, ingessato in correnti”.Quindi se ne va dal Pd e fonda il suo partito, come doveva fare da un pezzo, ma ha scelto la fase politica da lui stesso creata per incasinarla meglio.Nessuno ha la palla di cristallo per capire cosa abbia in mente. Forse distruggere il Pd, vendicarsi (e già c’è l’abbraccio irto di difficoltà coi 5 Stelle).Nel Pd non era più protagonista (pure l’oltraggio di nessun toscano sottosegretario nel governo che ha fatto nascere), ma lui vuole esserlo e diventare l’ago della bilancia con un partito anche dai numeri scarsi, ma strategico.Poi dichiara: “Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini”. Nel Pd gli era impossibile?? Insomma, lascia la casa madre per combattere Salvini…Mah.Qui non si capisce più nulla. Si chiama politica, ma quella pessima fatta di strategie e convenienze. Cosa c’entri col bene dell’Italia non si sa. In altri tempi i due Mattei si sarebbero sfidati a duello, forse era meglio.
