ZINGARETTI, E’ IL MOMENTO DI SORPRENDERE. APRIAMO PORTE E FINESTRE!

ZINGARETTI, E’ IL MOMENTO DI SORPRENDERE. APRIAMO PORTE E FINESTRE!

In casa PD siamo nella fase dell’elaborazione del lutto. Chiamiamolo così cercando di interpretare le parole del suo Segretario, Nicola Zingaretti. Il presidente della regione Lazio fa della semplicità e del pragmatismo la sua forza, e bisogna riconoscerlo.Non è il solito politico che gioca con gli strumenti in uso ma preferisce la chiarezza dicendo le cose come stanno.Era una direzione che doveva chiarire il “Day after”; il dopo Renzi. Volenti o nolenti, l’ex premier ha destabilizzato quel partito che diceva di amare, e chissà, forse non solo quello. Il suo egocentrismo ha prevalso su tutto, passando sopra a valori e senso di appartenenza.Con parole meno dure e molto umane, Nicola Zingaretti ha invece ammesso di aver accolto con disagio e dispiacere la dipartita di Renzi. Sta ragionando da uomo di partito, da segretario e da uomo onesto e fedele agli obiettivi che si è dato (con il suo contributo) il PD stesso. La Sua interpretazione della scissione è la stessa che abbiamo pensato noi fin dal primo istante: “scissione voluta per motivi legati alla sola persona che l’ha decisa”, o per dirla come Zingaretti, “L’uscita di Renzi? Motivi personali”. Faremo come saggiamente ha fatto il segretario Dem, archivieremo ogni altra considerazione su scissione e Renzi. Il percorso del PD è legato a variabili che devono essere riprese e salvaguardate dal rischio dell’imprevedibilità, esterna ma anche interna. C’è un governo che deve rispondere al Paese; c’è un partito che può giocare una partita decisiva all’interno della politica italiana, soprattutto a sinistra. Zingaretti è un uomo saggio ed ha capito benissimo la situazione. Sono finiti i tempi degli sbarramenti, delle leggi elettorali ad hoc per tener fuori minoranze e frange “ingombranti”. Parla di APRIRE PORTE E FINESTRE; di dar voce alle minoranze, ed in questo si coglie qualcosa che va ben oltre gli equilibri interni del partito del Nazareno. Parla della necessità di fare anche scelte sorprendenti, in grado di invertire la tendenza “respingente” del PD in molte realtà, come gli viene riportato da altrettanti sindaci di area Dem. “Dovremo aprire il PD a forze sociali, territoriali, a comunità. Dobbiamo discutere delle forme in cui siamo organizzati”. Questo presuppone un “saper vedere oltre”, che si voglia o meno, che si pensi ad una situazione di emergenza o altro.E’ così, Segretario! Ora è venuto il momento di fare uno scatto in avanti. Se il nucleo più numeroso della sinistra riesce a dialogare e parlare con tutti i “rami collaterali” (non “secchi” come venivano definiti un tempo), la dipartita di Renzi sarà stata davvero indolore.L’importante è che tutta la segreteria Dem capisca e accetti che il destino del partito è legato a due variabili, il governo ed i rapporti con le forze riformiste. In primis quelle che stanno alla sinistra dei Democratici stessi. Guardiamoci intorno, osserviamo ciò che accade in Europa, nel bene e nel male. Il conservatorismo liberale sta andando incontro ai sovranisti. Cerchiamo di non dormire e aguzziamo la vista. La risoluzione sulla memoria storica non fa altro che favorire questa tendenza. Per rimettere in pari la bilancia, e rilanciare un nuovo modo di intendere la società nel Vecchio Continente, occorre fare quadrato a sinistra. Coinvolgere il mondo dell’associazionismo, soprattutto quello legato alle tematiche ambientali, è più che mai d’obbligo. Un mondo però, che da sempre è più vicino alla sinistra di frontiera, quella che non ha badato a spese per tirare avanti, dicendo sempre quello che pensava. Non uso volutamente termini quali “radicale” o “riformista”. Bisogna trovare una sintesi e questa potrebbe essere la chiave di lettura vincente di questo periodo storico. Ascoltarsi ed ascoltare. Parlando di cose concrete (prassi tanto amata da chi come i 5 Stelle non riconosce le appartenenze, ossia, attribuisce poca importanza alle differenze (che ci sono e sono evidenti, ndr.) tra destra e sinistra. Ci vuole anche la concretezza; l’abbiamo sostenuto all’indomani della dipartita di Salvini, ma serve anche ritrovare quel senso di appartenenza che fa da trait d’union con i referenti sociali tradizionali.Con la Gente, con il Popolo, con i Lavoratori e con chi ha più bisogno di aiuto e risposte.Questo è il momento del coraggio. Zingaretti, se ci sei e vuoi davvero il cambiamento, questo è il momento!