FRAMMENTI DI WELFARE IN POLONIA LEGITTIMANO IL GOVERNO DI DESTRA. FINO A QUANDO ?

Sulejowek, (Polonia) a 20 km da Varsavia. Cresce la qualità della vita. Un esempio di come il PiS (Diritto e Giustizia), partito della destra polacca al potere, acquisisce e riproduce un consenso di massa. Ce lo segnala Libération (Libé), il giornale di una sinistra francese che concentra molti dei suoi interessi sui diritti civili e che per la destra polacca non nutre certo simpatie. E’ un articolo in cui molti aspetti restano da approfondire, ma pur sempre di grande interesse. Soprattutto alla luce della scadenza elettorale odierna in Polonia. In cosa consistano i lineamenti ideologici di PiS in materia di diritti della persona ne avevamo già sentore anche dall’Italia. Rifiuto di accogliere i profughi, lotta agli LGBT nel nome di un’omofobia diffusa, integralismo cattolico che trasuda dai programmi scolastici, tolleranza di bande neonaziste, riforma della giustizia che mette a rischio la divisione dei poteri. Più recentemente un tentativo finora fallito di criminalizzare chiunque osi sostenere che anche la Polonia, nel suo piccolo, potrebbe avere qualche responsabilità in materia di olocausto; non fosse altro vista una certa riluttanza a ritornare in patria degli ebrei polacchi superstiti nel dopoguerra. Innegabile però il consenso di massa per il PiS e per la sua leadership. Le ragioni? In primo luogo i moltissimi fondi Ue destinati alla Polonia fin dai tempi in cui un certo Wojtyla contava parecchio. Ma anche un utilizzazione efficace dei medesimi, ben più di quanto conseguito in alcune regioni del nostro meridione. Libé cerca di scavare in profondità, con un’inchiesta mirata alle buone pratiche in atto nella cittadina prossima a Varsavia. Progetto locale “Estate in città” e programma nazionale Famiglia 500+. Un binomio sinergico. Una modalità esemplare di come i partiti al governo conseguono legittimazione, alla faccia del liberismo di facciata: welfare familiare stile la nostra Democrazia cristiana del tempo che fu, ma con ricadute diffuse a tutto il corpo elettorale. Con un riguardo particolare alla qualità della vita. A livello nazionale 120€ mensili per ogni bambino (un quarto dello stipendio medio del padre nelle famiglie più povere). sussidi per la casa, sostegno negli studi, pensioni anticipate (65 anni i maschi, 60 le femmine), tasse contenute. Welfare in salsa polacca? I valori dell’integralismo cattolico sempre in primo piano, ma se rappresentano il prezzo di reali benefici a qualcuno potrebbe venire in mente che valgono bene una messa. A livello locale ancora qualcosa di più. Dal 2012, ogni estate, si spremono con efficacia i ricchi fondi disponibili presso la Ue per attività culturali, artistiche, corsi di inglese, e vacanze al mare. Sport accessibile a tutti i ragazzi con mense gratuite. E non solo per i giovani superdotati. Ottimismo in quantità. Con questi risultati alle spalle il governo gode di una certa fiducia quando promette un rialzo dei salari, una riduzione del debito, un innalzamento del Pil al 3-4%. Di recessione, fin qui, nessuno parla. Dopo le luci le ombre. La vetrina dei privilegiati, che si permettono i corsi privati di lingua inglese e un aumento dei loro depositi bancari grazie ad elargizioni statali a pioggia. Dunque l’accusa di clientelismo, quando lo stato allarga i cordoni della borsa, in occasione delle scadenze elettorali. La constatazione di un’inflazione in crescita, anche se il 3% raggiunto finora non pare mostruoso. Un sostegno dello stato più ai consumi che alla produzione delle imprese. Qualche scandalo a carico del leader Kaczynski. Una sensazione emergente che il modello non sia più a lungo sostenibile. Il tutto in un clima culturale che viene ritenuto soffocante dai non pochi che non ne condividono il senso. Guardiamo allora al futuro. Il paese non ha ancora adottato l’euro. La maggioranza dei polacchi è contraria, sia pure di poco (il 53%). Ma cosa potrebbe succedere se il debito crescesse, la recessione affiorasse anche lì e magari si accompagnasse perversamente ad un rialzo dell’inflazione? Si può escludere, in tal caso, un’entrata in campo della Ue con indicazioni correlate a un piano di austerity?. Finora la barca sembra andare e Libé pare riconoscerlo. D’altronde ci sono ulteriori dati positivi reperibili nelle statistiche ufficiali, come quelli relativi alla bilancia commerciale e all’attrazione degli investitori stranieri. Ma in caso di crisi internazionale che qualcuno ritiene alle porte, quanto potrà tenere il sistema polacco? Se ne accuseranno già i primi sintomi col voto odierno? A valle di tutto ciò vi è da dire che il caso polacco è un fenomeno poco studiato.. Ragion per cui risulta relativamente facile, per il governo di Varsavia, sottolinearne gli aspetti positivi senza tema di smentite. Altrettanto difficile, per gli oppositori, riscontrarne tutti i risvolti negativi, presenti e futuri. Questo per quello che riguarda i dati strutturali. Resta il fatto che, per molti, i suoi connotati ideologici sono tali da suscitare un istintivo moto di repulsione.