IRAN, ESPLOSIONE SU UNA PETROLIERA. LA COMPAGNIA: ‘COLPITA DA MISSILE’

La vicenda che coinvolge la nave iraniana avviene in un contesto agitato dove tutto è possibile. Un nuovo episodio della “guerra delle petroliere”, sfida condotta con atti militari, ma anche attraverso propaganda, bugie e manovre.Primo. Nel Golfo sono state settimane di tensione dopo il bombardamento dei siti per il greggio sauditi. Teheran è stata sospettata di aver organizzato lo strike rivendicato dai guerriglieri sciiti Houti. Progressivamente, però, Riad è parsa ammorbidire i toni verso gli avversari. Questo almeno a parole. E’ una regione dove ciò che si dice in pubblico conta relativamente.Secondo. Quanto è avvenuto ricorda – per ora – due precedenti: le petroliere danneggiate nel Golfo Persico da misteriosi ordigni. Evento attribuito ai khomeinisti, ma senza fornire prove ufficiali e chiare. Tanto è vero che la storia è rimasta dietro le quinte.Terzo. I media iraniani parlano di atto terroristico, frase che potrebbe far pensare alla missione di qualche gruppo. Dunque un episodio di guerra di procura dove militanti agiscono per conto terzi (sauditi?), una rappresaglia dove è possibile negare responsabilità. Ovviamente non possiamo escludere altri scenari, con azioni più dirette.Quarto. Fin dai primi anni 2000 le acque del Mar Rosso sono state testimoni di operazioni contro il traffico navale: una petroliera e un’unità da guerra Usa subirono danni pesanti per mano dei qaedisti basati nello Yemen. I seguaci di Osama svilupparono barchini esplosivi, tattica in seguito adottata anche dai rivali sciiti Houti.Quinto. Non mancano teorie più contorte, con coinvolgimento di misteriosi sottomarini, sabotatori e altro.