ROCCO SCHIAVONE 3: OK IL FINALE “CLIFFHANGER” MA SI POTEVA CONCEDERE QUALCOSA IN PIÙ ALLO SPETTATORE

Stavolta hanno esagerato a Raidue. Capisco, per usare il gergo riferibile a certe serie poliziesche americane, la tecnica del “cliffhanger”, che poi significa lasciare lo spettatore come aggrappato a una parete impervia, in modo che la narrazione si concluda con una interruzione brusca in corrispondenza di un colpo di scena o di un momento culminante della storia, il tutto all’insegna di una forte suspense.Ma forse la quarta e ultima puntata della terza stagione di “Rocco Schiavone” si poteva chiuderla concedendo qualcosa di più allo spettatore che non abbia letto il romanzo “Fate il vostro gioco”, soprattutto il successivo “Rien ne va plus”, col quale si risolve il complesso caso dell’omicidio Favre legato al casinò di Saint Vincent.Invece Antonio Manzini e il suo cosceneggiatore Maurizio Careddu hanno optato per un finale aperto, apertissimo, tutto per aria, usando perfino l’usurato escamotage del telefono lasciato da Rocco in aeroporto un attimo prima che squilli con la notizia decisiva.D’accordo, la serialità odierna ha le sue regole ferree, ed è probabile che un epilogo di questo tipo, benché difforme da quello del romanzo in questione, sia la scelta più adatta per tenere sveglia l’attenzione in vista della quarta stagione, credo ancora da girare ma annunciata per la seconda metà del 2020.Direi che gli ultimi due episodi, appunto incentrati sugli eventi di “Fate il vostro gioco”, abbiano risollevato la qualità generale della serie, stavolta affidata a Simone Spada. Magari qualche Opel in meno inquadrata dalla parte del marchio avrebbe giovato (il product placement va benissimo, ma non bisogna esagerare); in compenso il regista, che viene dal cinema, ha provato, talvolta felicemente, a introdurre qualche piccola audacia espressiva e stilistica. In ogni caso, nonostante il turnover di alcuni interpreti, “Rocco Schiavone” si sta dimostrando un prodotto da prima serata ormai sicuro, capace di fidelizzare il pubblico; anche una delle poche cose riuscite di Raidue sotto la direzione di Carlo Freccero, forse perché precedente al suo arrivo, un anno fa, con il passato governo giallo-verde.