FESTA DI ROMA. RON HOWARD: OGGI È DIFFICILE FARE IL GIORNALISTA

FESTA DI ROMA. RON HOWARD: OGGI È DIFFICILE FARE IL GIORNALISTA

La Festa del Cinema di Roma nella stessa giornata ha portato sul proprio palco quattro straordinari artisti; il regista giapponese Kore eda Hirokazu, il regista attore e produttore americano Ron Howard l’attore americano Bill Murray ed il regista americano Wes Anderson.Gli incontri con il pubblico continuano con il format ormai consolidato del passaggio di alcune clip di film a cui segue un commento spesso ricco di aneddoti.E’ stato possibile vedere le clip di film indimenticabili come “Splash-una sirena a Manhattan”, “Apollo 13” “A Beautiful Mind”, “Rush”Ron Howard è stato molto generoso, forse tra tutti gli incontri insieme a quello con Tornatore il suo è stato uno dei più ricchi.Il regista ha rivelato molti episodi personali ricchi di aneddoti divertentissimi.“Se non fossi riuscito a diventare regista, sarei diventato giornalista” ha detto “io non sono un esperto e parlo da cittadino, credo che oggi il giornalismo stia diventando un mestiere sempre più difficile ed ancora più importante di prima.Il coraggio dei giornalisti è fondamentale in un mondo così diviso. ma alla fine ho deciso di fare spettacolo…all’epoca c’era una dicotomia tra TV e cinema e da un punto di vista tecnologico in televisione tutto era estremamente semplice e basato sulla soluzione dei problemi immediata.Sono cresciuto nella vecchia Hollywood dove comandavano solo uomini anziani e brutali diciamo un ambiente non proprio facile ma mi ha insegnato moltissimo.Mi ricordo che un giorno detti un consiglio ad un regista di un programma dove lavoravo e fu ascoltato quindi sentendomi orgoglioso lo feci notare e subito mi riportarono con i piedi per terra dicendomi che era stato ascoltato perché era la prima volta che dicevo qualcosa di utile…Sicuramente il cinema è quello che ha contribuito maggiormente alla mia formazione; film come Il laureato o Indovina chi viene a cena mi hanno letteralmente cambiato la vita perché l’interesse progressivo che stavo rivolgendo al cinema ha fatto si che lentamente passassi molto più tempo in sala come spettatore che difronte alla televisione.Ma allo stesso tempo sono sicuro che se non avessi fatto esperienze in TV come quella di Happy Days, se non avessi sperimentato quella dimensione, quel tipo di commedia, non sarei stato lo stesso”Alle domande su Pavarotti il Documentario presentato alla festa del cinema ed accolto con molto calore dal pubblico, ha detto ”ho ammirato molto questa figura straordinaria, in particolare nel momento della sua scelta più criticata cioè la sua collaborazione con le star della musica pop e rock. I puristi della lirica gli hanno dato addosso facendolo soffrire molto ma lui ha continuato dritto per la sua strada nel desiderio di creare dei ponti nel mondo della musica.“Ho imparato tanto da figure come John Ford, Bette Davis ed Henry Fonda” ha detto alle domande che gli hanno fatto Alberto Crespi ed Antonio Monda ”sono delle persone dotate di un immenso carisma ed una straordinaria professionalità.Ho conosciuto Bette Davis sul set di “Skyward” nel 1980,io avevo solo 24 anni ed avevo appena lavorato con Roger Corman lei aveva già 72 anni, era una diva e sapevo che il suo carattere era molto difficile per cui essendo io molto giovane la chiamai al telefono per cercare di fare amicizia.Lei era veramente infastidita e non aveva piacere di essere diretta da un ragazzo così giovane.Alla decima volta che mi chiamava Mister Howard le chiesi se poteva chiamarmi Ron e lei mi disse che mi avrebbe chiamato Ron solo se avesse capito se le piacevo o no e quindi mi riattaccò il telefono in faccia.Il giorno del nostro incontro ero molto teso e lei non fece nulla per aiutarmi.Sapevo che Bette Davis aveva una passione per William Wyler un regista che si presentava sul set sempre molto elegante per cui nonostante fosse agosto e la location fosse in Texas dove era caldissimo, mi presentati con un abito elegante e con la cravatta.Leggemmo il copione e quando toccava a lei mi propose una modifica alla scena che avrebbe dovuto girare; dopo uno scambio di opinioni le dissi che avrei preferito che facesse come avevo già organizzato e lei disse che non voleva.Dopo alcuni momenti di leggera tensione, alla fine fece come volevo io.A fine giornata terminammo le riprese della scena della signora Davis e lei si avvicinò e mi disse – avevi ragione tu Ron hai fatto un buon lavoro- e mi dette una pacca sul sedere davanti a tutti! Non dimenticherò mai quel momento”.