DUNQUE SARÀ GIANI, SARÀ LUI LA DIGA DELLA TOSCANA

DUNQUE SARÀ GIANI, SARÀ LUI LA DIGA DELLA TOSCANA

Dunque sarà Eugenio Giani il candidato a succedere a Rossi alla guida della Toscana. Pare ormai quasi certo.Sarà lui il predestinato da sempre, anche da prima fosse uscito il nome della Saccardi.Sarà lui, il fine tessitore, colui che non si é mai sentito fuori luogo nelle cerimonie e nei convegniNei pranzi e nelle colazioniMa sarà anche lui che avrà il compito di trasmettere quella nuova visione che riporta le attenzioni nei luoghi dove si vive.Nelle periferie, in quelle più complesse, nei circoli, nei luoghi di lavoro e non solo dove il compito è quello di rappresentare vertici ed istituzioni Sarà lui che avrà il compito di comprendere il senso di certe grandi opere e non farsi vincere dalle ipocrisieSarà lui che dovrà spiegare la nuova visione che mette il centro l’ambiente.La salvaguardia di quel verde che piace raccontare ma poco praticare Dovrà spiegarlo nella Piana, nel grossetano, a LivornoDal Padule di Fucecchio agli “stagni” della PianaSarà lui che dovrà risvegliare l’ardore di quei maledetti dei toscaniDovrà rivedere le criticità della sanitàDovrà sostenere le eccellenze della nostra sanitàDovrà fare la diga. Dovrà mettere in pratica le parole che ha pronunciato, ad inizio ottobre, in una delle visite ufficiali proprio a Prato, quando a palazzo Datini, casa lasciata in eredità a tutti i toscani dal grande mecenate e mercante Francesco Di MARCO, sentenziò : “Aprire le porte a tutto ciò che può essere di arricchimento e nutrimento per l’anima e per la mente”. Sarà dunque lui nel difficile compito di fare, costruire la diga a quel dilagare delle indifferenze e delle paure che sembrano invece sbaragliare tutto e tutti