THE FEDERICO CHIESA STORY (PART TWO)

Con “The Chiesa Story” ci eravamo lasciati quattro mesi fa: prima in riva all’Hudson, dove Joe Barone aveva tenuto chiuso nel pullman Federico Chiesa spiegandogli alcune cose sulla vita professionale (almeno secondo la visione “della famiglia”) e poi dentro la borsa di New York dove, durante un collegamento quasi surreale con un canale che si occupa solo di finanza, Rocco (the boss) provava a far sorridere il suo gioiello, il quale però era poco reattivo, e anzi aveva la faccia di uno a cui avessero appena detto: “sappiamo dove abita la tua fidanzata” in un film tipo “Il Padrino”. Un finale aperto insomma, così come era ancora il mercato. Poi alla fine come si sa Chiesa rimase a Firenze, ma si capiva già come un sequel fosse assolutamente inevitabile. E per il sequel ci siamo spostati a Firenze, location che ultimamente va per la maggiore anche per i film (e le serie) veri. Stamattina in contemporanea alle aperture dei giornali sportivi che rilanciavano con convinzione il derby Juve-Inter per l’acquisto dell’attaccante viola (magari addirittura già a gennaio), è tornato in città proprio Rocco Commisso. Un po’ sbattuto per il viaggio ma con il solito sorriso e la voglia di fare presente alcune cose. Prima di tutto alla squadra con una dichiarazione che ha fatto ululare di gioia i tifosi: “Se quando giocavo io fosse successa al mio capitano una cosa come quella capitata a Pezzella domenica, beh… ci avrei messo ancora più grinta” (e chi vuole capire l’ha capita!). E poi con un messaggio neanche tanto in codice allo stesso Chiesa: “Siamo una squadra, e bisogna che tutti pensino al bene della squadra…”. Togliete il volto bonario di Rocco e sovrapponete quello di Joe Pesci nei panni di Tommy De Vito in “Quei Bravi Ragazzi” ed ecco che al posto di Chiesa sareste corsi a stringere la mano, con un gran sorriso, al presidente rassicurandolo sul rinnovato impegno per un percorso lungo e soddisfacente in viola. Beh, non sarà per questo, ma certo l’arrivo nell’Hotel presidenziale di Enrico Chiesa, padre e procuratore di Federico, a strettissimo giro di posta ha fatto subito notizia. Pare che all’incontro Commisso non sia stato presente e abbia lasciato la palla a Barone e Pradè. E pare anche che lo stesso incontro non sia stato proprio un minuetto di convenevoli e frasi cerimoniose. Si dice al contrario che le voci in più di un’occasione si siano alzate tanto da farsi sentire nitide anche da chi era fuori dalla stanza del colloquio, proprio come successe sul pullman la scorsa estate. Però questi sono solo sussurri e quindi non si può mettere la mano sul fuoco. Tanto più che Enrico all’uscita, dopo un paio d’ore, mostrava un mezzo sorriso e in faccia non aveva segni evidenti di colluttazione. E anche Joe Barone fuori dall’albergo, pur non dicendo niente di particolare, si fermava a parlare con i giornalisti senza manifestare nervosismi (ma questa, conoscendo “Joe the rock”, non è che sia proprio una notizia). Diverso invece il peso delle parole di Daniele Pradè in sala stampa, nella conferenza stampa organizzata per celebrare il rinnovo del contratto del giovane Ranieri. Purtroppo per il promettente difensore viola le sue parole sono corse via nell’indifferenza generale e presto si è passati ad aggredire la notizia che a tutti interessava. E un po’ è stato aggredito anche il direttore sportivo, da una torma di giornalisti ansiosi di avere qualcosa di succoso da proporre ai propri lettori. Pradè, che detto per inciso ha l’aria della bravissima persona, prima ha provato a divagare ma poi alla fine ha dovuto mettere giù la dichiarazione pesante, “la pietra” che in futuro potrebbe anche portarlo a fondo se le cose dovessero prendere una brutta piega (nei film di cui parliamo chi sbaglia paga: sempre!): “Abbiamo parlato del rinnovo del contratto: c’è stata apertura da parte di Enrico”. Sarà vero? O un po’ travolto dagli eventi, e anche dal momentaccio della squadra, il buon Daniele si è visto costretto a dire più di quanto avrebbe voluto? Mah, difficile dirlo, forse una via di mezzo. Probabilmente Chiesa senior ha pensato di non andare alla scontro diretto con la proprietà e quindi avrà preso tempo, ma se dovessimo scommettere su un rinnovo di contratto vorremmo una quota alta, molto alta. Certo questo incontro cancella ogni possibile partenza di Chiesa junior già a gennaio. Non che qualcuno davvero ci avesse creduto, a metà stagione i pezzi pregiati non si muovono, però è anche vero che la situazione per il brillantissimo attaccante della nazionale (e solo della nazionale) in città si sta facendo tesa. Eh sì, perché poi in tutto ciò ci sono anche i tifosi della Fiorentina, i quali già “fumini” di loro in queste situazioni sono pronti ad esplodere come la macchina di Sam “Asso” Rothstein (Robert De Niro) in “Casinò”. Anche strabordando ovviamente: già da un po’ di tempo infatti si sente in giro dipingere Chiesa come uno “scarsone” sopravvalutato, incapace di segnare e dannoso per i compagni. Tutto eccessivo appunto, però bisogna anche capirli questi poveri tifosi viola (ma anche di altre squadre del livello della Fiorentina) che vedono il loro giocatore in nazionale traboccante di energia e prodigo di sorrisi a compagni e pubblico, e pochi giorni dopo a Verona, infagottato tristemente come un lungodegente, scaldarsi senza convinzione a bordocampo e poi rientrare in panchina con la faccia di uno in sala di aspetto dal dentista. Ora la maggioranza vorrebbe per Chiesa la punizione esemplare: cioè farsi altri due anni e mezzo a Firenze, fino a scadenza di contratto, senza giocare, andando in tribuna. Anzi, peggio: andando ai giardinetti insieme a Eysseric e Théréau, con questi due costretti, per contratto, a parlare solo in francese. Non andrà così ovviamente, alla fine anche “la famiglia” dovrà rassegnarsi alla cessione molto probabilmente. Ma certo non senza prima aver lottato per strappare una quotazione acconcia. E magari cercando di piazzare Federico all’estero, tanto per dare comunque un segnale di forza ai tifosi, ed evitando la quasi certa tripletta subita al primo ritorno da ex al Franchi. In ogni caso il finale del film resta ancora una volta aperto. Un terzo capitolo è probabilmente già in fase di stesura del copione. Verosimilmente un’altra volta con un’ambientazione estiva, forse esotica, magari a Jwaneng in Bostwana, fuori dalla miniera di diamanti più grande al mondo dove Rocco e Joe, con occhiali a specchio a goccia alla Matthew McConaughey in “Gold”, tratteranno la cessione di Chiesa ad un prezzo consono e senza tanti giornalisti in giro. Attendiamo fiduciosi.