COME UN GRONCHI ROSA

COME UN GRONCHI ROSA

Una partita senza mani-comio è ormai come un Gronchi rosa. Ecco perché ho invidiato il Maresca di Toro-Inter 0-3. Ha vinto facile, l’Inter, su un campo che a Conte avrà ricordato la palude di Perugia (più o meno). Mazzarri ha perso subito BelottI (cresta iliaca, auguri): la differenza con Zaza resta enorme. L’Inter ha poi perso Barella (ginocchio sinistro, auguri), ma ormai il risultato era in tasca.Lau-toro, quindi De Vrij, il «libero» che si sgancia, e infine Lukaku, di destro. L’argentino e il belga hanno già segnato 16 gol in due. Sia a Bergamo sia a Torino avevo pronosticato pareggi con gol. Ho azzeccato «solo» i gol.Non era il Toro che aveva fisicamente accerchiato la Juventus. L’Inter sapeva di Dybala e della rimonta, ha concesso tutto a sé stessa, non una briciola allo spettacolo e agli avversari. Al di là del pittoresco kamasutra, Conte ne rimane il leader massimo e indiscusso. La classifica spalanca panorami da record, e lo «spareggio» di Praga, che mercoledì orienterà la Champions, non ha distratto energie, né fisiche né nervose.Non ho capito, da parte di Mazzarri, la rinuncia a Berenguer, tra i più brillanti a Brescia. Verdi continua a deludere, e di Handanovic non rammento che una parata d’autore (su un salvataggio di Vecino). Dal 26 settembre, quando liquidò il Milan in rimonta, il Toro ha vinto solo a casa Balotelli, oggettivamente poco. Meité e Baselli hanno cercato improbabili ricami. L’Inter, più scaltra, più quadrata, si è chiusa al limite dell’area per poi alternare la palla lunga a contropiedi che Brozovic si sforzava di sottrarre alle pozzanghere. Le amnesie della Maginot granata hanno offerto preziose stampelle canore alla rabbia della Maratona.L’Inter, in trasferta, le ha vinte tutte (7 su 7, compreso il derby). Senza la panchina di Sarri, è sempre lì, a un punto. E a «stare sotto», per Conte, si fa meno fatica.