IL PARTITO ANTIFASCISTA DEL “NONDIMANCO”

È bellissimo che nello statuto il PD si sia definito “partito antifascista”.Dovendomi oggi occupare di argini e fiumi in piena mi sono riletto il Cap XXV del principe di Machiavelli.Ecco: io penso che dovremmo essere anche il partito del “nondimanco”.È vero che la realtà del capitalismo sembra governare tutte le cose del mondo e che gli uomini non possono correggerlo.Nondimanco, dice Machiavelli, possiamo provare, con una scelta innanzitutto etica, a governare e determinare la realtà per metà, o poco meno.Il capitalismo sembra dominare su tutto, nondimanco si può lottare, indirizzare la società e l’economia verso un nuovo modello di sviluppo razionalmente creato dagli uomini, più giusto, più umano e più rispettoso degli equilibri naturali.A chi ci dice che il capitalismo ormai determina ogni aspetto della vita sociale ed economica del mondo globalizzato noi dobbiamo rispondere che è vero e che nondimanco abbiamo scelto di lottare per il socialismo. Questa paginetta di Machiavelli è semplicemente sublime e particolarmente adatta anche ai nostri problemi politici e ambientali, compresi quelli commessi ai cambiamenti climatici. Quanto possa nelle umane cose la fortuna, e in che modo se gli possa ostare. Non mi è incognito, come molti hanno avuto e hanno opinione, che le cose del mondo siano in modo governate dalla fortuna, e da Dio, che gli uomini con la prudenza loro non possino correggerle, anzi non vi abbino rimedio alcuno; e per questo potrebbono giudicare che non fusse da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare dalla sorte. Questa opinione è suta più creduta ne’ nostri tempi per la variazione delle cose grandi che si sono viste, e veggonsi ogni dì fuori di ogni umana coniettura. A che pensando io qualche volta, sono in qualche parte inchinato nella opinione loro. Nondimanco, perchè il nostro libero arbitrio non sia spento, giudico potere esser vero, che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare l’altra metà, o poco meno, a noi. Ed assomiglio quella ad fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici, lieva da questa parte terreno, ponendolo a quell’altra; ciascuno gli fugge davanti, ognuno cede al suo furore, senza potervi ostare; e benchè sia così fatto, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi possino fare provvedimenti e con ripari, e con argini, immodochè crescendo poi, o egli andrebbe per un canale, o l’impeto suo non sarebbe sì licenzioso, nè sì dannoso. Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resistere, e quivi volta i suoi impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini, nè i ripari a tenerla. E se voi considererete l’Italia, che è la sede di queste variazioni, e quella che ha dato loro il moto, vedrete essere una campagna senza argini, e senza alcun riparo. Che se la fusse riparata da conveniente virtù, come è la Magna, la Spagna, e la Francia, questa inondazione non avrebbe fatto le variazioni grandi che l’ha, o la non ci sarebbe venuta. E questo voglio basti aver detto quanto all’opporsi alla fortuna in universale…