LA FEDE ALLA PROVA DELLE CRISI DEL MONDO, DELLE COSCIENZE

LA FEDE ALLA PROVA DELLE CRISI DEL MONDO, DELLE COSCIENZE

E’ la Domenica in cui la Fede viene messa alla prova. Gesù ha saputo rispondere e nel Vangelo di Luca il brano odierno del Vangelo lo presenta nel dialogo con alcuni sadducei. L’incontro è di quelli importanti. Fra di loro ci sono gli aristocratici, fra di loro ci sono le menti del giudaismo più illuminato, fra di loro emergono le figure di spicco dei sacerdoti. Lo stesso Sommo sacerdote arriva dalle loro file.Naturale che temano Gesù, il Suo diffondere della Parola e così l’occasione dell’incontro diventa tentativo di minarne la credibilità.Diventa la ricerca mettere in difficoltà la stessa impostazione del Suo cammino fra gli uomini.Lo fanno “assalendolo” sul tema cruciale della resurrezione, della vita eterna, verso quale loro non credono ed allo stesso tempo ne temono la forza del messaggio.È per questo che offrono, chiedono, a Gesù caso insidioso, impossibile da risolvere : “Di chi sarà moglie, nella risurrezione, una donna che ha avuto sette mariti successivi, tutti fratelli tra loro, i quali uno dopo l’altro sono morti?” La risposta non si fa attendere, va oltre.Gesù si colloca su un altro piano: dice che i risorti non prendono più moglie o marito, e che non possono più morire perché sono simili agli angeli.Francesco offre la chiave di lettura che si addentra dentro il mistero della vita, del suo senso: “Con questa risposta, Gesù anzitutto invita i suoi interlocutori – e anche noi – a pensare che questa dimensione terrena in cui viviamo adesso non è l’unica dimensione, ma ce n’è un’altra, non più soggetta alla morte, in cui si manifesterà pienamente che siamo figli di Dio”. Nelle parole del pontefice c’è la fede nella risurrezione dei morti e, dunque, la vita eterna al centro di questa domenicaConclusa la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha annunciato la volontà di visitare il Sud Sudan l’anno prossimo. Un desiderio già evidenziato nel corso della recente udienza al presidente della Repubblica del Sud Sudan, Salva Kiir.Il “pensiero speciale al caro popolo del Sud Sudan”, arriva mentre in questi giorni il Paese è stato colpito da ingenti inondazioni a seguito delle quali circa 490mila minori hanno bisogno di assistenza umanitaria. Un’emergenza che complica la precaria situazione politica dove si alternano momenti di crisi e altri di speranza ma che in sostanza vede ancora in stallo la complessa trattativa performare un governo di unità nazionale tra l’ex leader ribelle Riek Machar ed il presidente Salva Kiir.A questo proposito il Papa ha ricordato il ritiro spirituale svolto l’aprile scorso nel corso del quale le Autorità del Paese, riunite in Vaticano, avevano espresso la volontàdi ricercare ciò che unisce superando ciò che divide, in uno spirito di sincera fratellanza:“Il popolo sud-sudanese ha sofferto troppo negli ultimi anni e attende con grande speranza un futuro migliore, soprattutto la fine definitiva dei conflitti e una pace duratura. Esorto pertanto i responsabili a proseguire, senza stancarsi, l’impegno in favore di un dialogo inclusivo nella ricerca del consenso per il bene della Nazione. Esprimo inoltre l’auspicio che la comunità internazionale non trascuri di accompagnare il Sud Sudan nel cammino di riconciliazione nazionale. Vi invito tutti a pregare insieme per questo Paese, per il quale nutro un affetto particolare”Oggi era però anche la giornata del Ringraziamento per i beni ricevuti in dono.E fra questi c’è il diritto ad un lavoro che promuova la crescita umana.Quel lavoro messo in crisi, in difficoltà non dalla globalizzazione del mercato, delle economie ma soprattutto da quella delle indifferenze.Papa Francesco chiede a tutti una risposta coraggiosa. Forte.Una risposta che sia solidale e rispettosa verso quelle istanze che salgono da una società in difficoltà per i problemi del lavoro. “Oggi in Italia si celebra la Giornata Nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro”, ha detto all’Angelus, “Mi associo ai Vescovi nel richiamare il forte legame tra il pane e il lavoro, auspicando coraggiose politiche occupazionali che tengano conto della dignità e della solidarietà e prevenendo i rischi di corruzione”. Questo Cristo che esce dal Sepolcro, guardandoci più che intensamente, è quello di Piéro Francesca, è la Resurrezione