ARRIVERÀ GRETA E COP25, SI SVEGLIERÀ

Prendono in giro Greta Thunberg per aver attraversato l’Oceano per 22 giorni, ospite di una coppia australiana che si è offerta di darle un passaggio. La offendono per non aver scelto l’aereo per arrivare presto a questo Cop 25. Dicono che la sua vera malattia é il protagonismo che vive fuori dal mondo. Eppure Greta ha svegliato lo coscienze del mondo, di tanti giovani. Lo ha fatto insieme a pochi altri, a Papa Francesco, per esempio che con la sua enciclica Laudato Sì, ha lanciato uno degli ultimi gridi per salvare nostra Madre Terra. Ma a Francesco, a Greta poco importano gli sberleffi ed anche le minacce. A loro preoccupano di più gli indifferenti, i distratti, quanti si accodano a chi grida più forte. “È una leader che è stata in grado di smuovere e aprire i cuori a molti giovani e persone in tutto il mondo – dice di lei Carolina Schmidt, Presidente della conferenza e Ministro dell’Ambiente in Cile – abbiamo bisogno di quell’enorme forza per aumentare l’azione sul clima, dobbiamo affrontare il problema in maniera veloce, un modo più profondo per essere davvero in grado di battere i cambiamenti climatici, abbiamo bisogno di Greta anche qui, con tutta quella forza”. Siamo ormai 25ma edizione, la Conferenza delle parti della convenzione sui cambiamenti climatici taglia il traguardo di un quarto di secolo dalla prima che si tenne a Berlino nel 1995. Adesso siamo a Madrid dopo che il Brasile e poi il Cile avevano rinunciato ad esser palcoscenico delle nefandezze dell’uomo sull’ambiente. La conferenza viene organizzata dalle Nazioni Unite per fare il punto sui programmi per contrastare la minaccia del climate change, a differenza di quanto si pensi non si tratta di un convegno scientifico, ma politico-economico. Ed è proprio questo a giustificare le tante critiche che accusano le varie edizioni di essere solo un grande carrozzone con decine di migliaia di delegati, che producono CO2 provenendo dai quattro angoli della Terra, che fanno felici solo compagnie aeree, hotel, ristoranti, taxi e altre attività meno lecite nelle città che li ospitano. Tra l’altro i lavori preparatori di Cop26 e la Youth Cop del prossimo anno si terranno in Italia. Ed in questa edizione tutti attendono Greta a sbattere in faccia la verità. Si c’è bisogno di lei, come c’è bisogno di ogni persona che abbia veramente a cuore il destino dell’umanità. E mentre la politica si fa tiepida, teme di perdere il facile consenso, dopo gli inutili proclami, ecco che anche da Madrid arrivano nomi e numeri che raccontano che quello che è stato appena trascorso è stato il novembre più caldo mai registrato nella storia. A dirlo, a certificarlo il Copernicus Climate Change Service dell’Ue, secondo cui la temperatura globale nel mese scorso è stata di 0,64 gradi centigradi superiore alla media, al pari del 2016 e appena 0,02 gradi in più rispetto al 2015. Se nel mondo è stato il novembre più caldo, in Europa, in base alle rilevazioni, il mese scorso è stato il terzo novembre più caldo con 1,5 gradi sopra la media, alle spalle del 2015 (+2,3 gradi) e del 2009 (+2,2 gradi). Le temperature sono risultate elevate soprattutto in Europa centrale e orientale, e particolarmente nel Sud-Est. Fuori dal Vecchio Continente le temperature si sono attestate decisamente sopra la media su gran parte dell’Artico, in Canada e negli Stati Uniti occidentali, in una vasta area del Nord Africa e ancora nell’Asia meridionale e orientale, specialmente sull’altopiano del Tibet. A diffondere altri dati poco confortanti è l’Organizzazione meteorologica mondiale che ha reso noto che le temperature globali quest’anno sono state di 1,1 gradi sopra la media del periodo pre-industriale.Un record poco confortante che premiato il 2019 come uno dei più caldi mai registrati. Non solo, emissioni di Co2 legate a combustibili fossili, la costruzione di infrastrutture, l’aumento delle coltivazioni e il trasporto di merci hanno contribuito a rendere il 2019 l’anno con il più alto tasso di concentrazione per anidride carbonica (o come si possa chiamare il diossido di carbonio). In questo scenario si inserisce Cop25, affollata di politici, di opinionisti, di lobbisti di tutti i tipi, di attivisti di organizzazioni ambientaliste, di strenui difensori delle economie nazionali, di sovranisti indispettiti, ma anche di corvi pronti ad emettere il giudizio finale. Un universo di voci spesso contrastanti ognuna delle quali deve stare attenta a non uscire dai propri binari. Un universo dove sarà sempre difficile trovare un’intesa, un accordo vincolante, ecco perché l’arrivo di Greta, mai come in questa occasione diventa importante, diventa una sveglia che può scuotere davvero le coscienze imbevute di ipocrisie.