A PROPOSITO DEL VIDEO DI ZALONE E DI PARERI CONTRASTANTI

Giusto ieri, avendo visto qui su Fb un po’ di musi imbronciati per il video di Zalone, ho detto la mia in merito: di Zalone sono ammiratore dall’inizio, lo considero uno straordinario sociologo della contemporaneità (non sto affatto scherzando) e l’avevo scritto anche in un paio di post dopo i suoi due ultimi film. Stamattina apro la mazzetta e, sul quotidiano La Verità, trovo una pagina intera (giuro, una pagina intera con tanto di richiamo in prima) così titolata: «Il video di Zalone è sessista per la firma dell’Espresso, le copertine osé invece no». Ora, essendo La Verità robaccia non è che ci sarebbe così tanto bisogno di replicare, però è divertente. Infatti la collega a cui non è piaciuto il video di Zalone non è più all’Espresso da una decina d’anni, tanto che la sua opinione su Zalone l’ha scritta su Dagospia (prima topica della Verità, che invece la definisce «dipendente del settimanale»). In più, sono almeno 15 anni che L’Espresso non fa più copertine osé (seconda topica) dato che queste erano nate negli anni 70-80 per rompere il perbenismo censorio dell’epoca e da molto tempo, appunto, non hanno più quel significato quindi non si fanno più. Infatti quelli della Verità hanno pubblicato copertine di un quarto di secolo fa Ma, in effetti, non in misura maggiore degli altri titoli della Verità di oggi: «Marchette di fine Giuseppi», «Qui comanda ancora la cultura marxista», «Sinistra impazzita», «Manovra da pagliacci» fino all’inarrivabile «Blasfemi sono i gay pride anticattolici e non le preghiere per aiutare Salvini».