MES, ACCORDO RAGGIUNTO NELLA MAGGIORANZA. LA RABBIA SOVRANISTA ESPLODE ALLE CAMERE
La Maggioranza trova l’accordo sul MES. Conte deve però rispondere ai “ribelli” dei 5Stelle che rischiano di andare a ingrossare le fila dell’opposizione. Parla molto di Europa e della necessità di rimanere compatti. L’Italia “non ha nulla da temere” dalla riforma del MES. Il suo debito è pienamente sostenibile”. In sintesi, dopo tanti anni, la fronda che vorrebbe uscire dal sistema monetario Europeo è sempre viva e vegeta ma continua a ripetere lo stesso ritornello, oggi rinforzato dai sovranisti paladini del nazionalismo esasperato.Conte si rivolge alla Lega senza mezzi termini. Prima spiega le ragioni e poi è costretto ad ammonire i leghisti a non spaventare i Cittadini nel tentativo di convincerli che il male assoluto possa essere l’euro. Smonta così le velleità di chi non crede nell’Euro-zona e nella stessa Unione Europea.Gli attacchi più duri e irrispettosi, sicuramente al limite dell’offesa verbale, sono ancora una volta targati Lega. La frase “non capisce” viene rivolta a Conte e ripetuta più volte dal presidente della Commissione bilancio, Claudio Borghi. Ricorda momenti della prima parte della legislatura quando Conte si sarebbe impegnato in ben altri percorsi. Non è solo cronaca ma testimonianza di una vera e propria “guerriglia politica” che si richiama a logiche di partito e non ad un bene comune da difendere. Sta proprio qui’ la differenza tra Maggioranza e opposizione. Non dovrebbe essere questo il modo di dimostrare un dissenso che non porta il nome dell’Italia ma soltanto di un ACRONIMO di partito. Quando si arriva a lanciare epiteti del tipo “traditore” ad un Presidente del Consiglio, non si fa più politica ma azione di disturbo da parte di chi avverte di non avere più molto da perdere.Ma esiste comunque una serietà ed una dignità che non dovrebbe mai venir meno. Un modo di intendere l’azione politica che sembra non conoscere neppure la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che grida (come sempre) chiedendo che le sia risposto nel merito ad accuse prive, loro stesse per prime, di ogni qualsiasi merito.L’accordo sul MES viene comunque raggiunto a tarda notte e dopo varie vicende e vicissitudini, sembra che abbia portato ad un ricompattamento della Maggioranza. Prevale dunque LA LOGICA DEL PACCHETTO. Ovvero, si sta dentro una risoluzione purché questa risponda all’obiettivo finale. “Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio”, ripete più volte lo stesso capo politico del M5s, Luigi Di Maio.Sulla stessa falsa riga la seduta al Senato. Un Governo che richiama all’equilibrio ed alla compattezza ed una opposizione che lancia accuse al limite del terrorismo psicologico.“E’ una risoluzione dal carattere molto equilibrato e Noi la sosterremo”, afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris.E’ un po l’intervento simbolo che descrive in sintesi il modo giusto con il quale l’Italia, secondo la maggioranza, dovrebbe sempre rapportarsi nei confronti della UE. Non si abbattono né si costruiscono muri ma si limano le presunte criticità in una logica di continuo miglioramento. Stando però dentro il PERCORSO.
