IL SILENZIO DELLE INDIFFERENZE

IL SILENZIO DELLE INDIFFERENZE

Cosa dire di quel banchino di Forza Nuova sul sagrato che guarda ai luoghi sacri della vita civile e cristiana?Cosa pensare di un luogo che vede la splendida piazza di Pistoia assistere ammutolita alla celebrazione della resa?Possiamo comprendere dove possono essere le istituzioni della città, possiamo capire che la parte avversa, non paga di aver conquistato la città con le paure, abbia voluto, proprio nei giorni che precedono il Natale, raccontare che tutto è cambiato.Che il freddo, il gelo non temono più il caldo dei valori cari. Proprio lo scorso anno, di questi tempi, proprio a Pistoia, era stato trovato il corpo di un giovane migrante che in un magazzino industriale in disuso, non reggendo più a questo mondo, si era arreso.Si era suicidato ed il suo povero corpo aveva trascorso quei giorni solo, in compagnia delle bestie che si erano accanite su quei poveri resti.Di lui solo i topi dalle fogne se ne erano accorti. Anche loro si erano accaniti su di lui dopo che lo avevano fatto gli uomini.Fu trovato quattro o cinque giorni dopo. Venne da pensare, venne da dire che anche lui sarebbe andato a fare parte del Presepe.Divenne anche lui, ultimo degli ultimi, un personaggio di quel Presepe che poco piace ai padroni del nostro destino. Oggi, nel Natale seguente, ci troviamo ammutoliti di fronte ad un nuovo scempio. Questa volta non c’è la morte a fare da sfondo ma comunque quella che pare persa porta un dolore altrettanto grande.Si tratta di quell’accanirsi che colpisce un’altra persona di cui può esser detto di tutto ma non certo essere cattiva, arrogante, egoista e tantomeno irrispettosa della Parola del Vangelo.Di una persona che ha caricato su se tutta se stessa la forza del sentimento di umanità e di amore di cui tutti noi invece sembriamo scarseggiare.Di averlo fatto con assoluta gratuità.Di altre colpe potrebbe venir accusato, di altre responsabilità ma non certo di quella di aver ripudiato il senso della missione.E fra quelle “mancanze” di cui possiamo accusarlo, di certo c’è l’averci sbattuto in faccia, con l’esempio, con la testimonianza viva che il bene, quando in troppi di tirano indietro, riesce a trovare lo stesso casa. Riesce a resistere alle convenienze. Ci troviamo, così, per una nuova volta senza parole di fronte alla mancanza di solidarietà, di vicinanza, di attenzione. Per quanti hanno consentito certo quel banchino, ma soprattutto per quanti hanno fatto finta di non sapere. Ecco perché in questo Sabato, nel tempo dell’Avvento, arrivano tante domande che mai avremmo voluto fare:Dove sono le energie positive di Pistoia?Dove sono le forze del bene ?Dove sono quelle forze che meritoriamente si impegnano nella memoria di figure riconosciute illustri ma che al loro tempo hanno fatto scandalo, possibile non si riesca a comprendere con gli occhi di domani quel che accade oggi?Don Massimo è pur sempre un sacerdote impegnato della Diocesi di Pistoia.È persona che fa parte di una comunità che si riconosce in valori umani, civili, democratici, cristiani di cui Pistoia è parte e quindi non ci sarebbe nessun punto interrogativo da apporre. Ma viene naturale pensare che il dubbio, le zone grigie non siano più tali.La storia di Pistoia n’è testimone, lo stesso Spedale del Ceppo ne è segno ancora tangibile. Dunque se non è stato possibile far sentire il peso dei numeri, delle persone, dove sono almeno i comunicati, dove sono le prese di posizione che indicano che questa raccolta di firme, quel banchino, quelle modalità, quelle figure non sono compatibili con il bene? Viene da pensare che quello di don Massimo sia ritenuto un sacrificio ormai fatto, ormai già definito.Che dopo, tutto tornerà alla quiete.Che il prossimo Natale non ci saranno altri su cui raccogliere le firme.È questa una storia vecchia che rende ancor più tristi