LEGA, CAMBIA IL NOME. IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

LEGA, CAMBIA IL NOME. IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

Sabato 21 dicembre p.v. nascerà la nuova Lega. Non importa soffermarsi troppo sui particolari, sul nuovo nome che conterrà sempre il riferimento al termine Lega. Ciò che conta è ben altro. E’ l’immagine dell’Italia politica peggiore che occorre mettere in evidenza; quella che vive di inciuci, intrallazzi e furberie.Come scrive Giovanna Cosenza, Docente universitaria di Semeiotica, nonché ottima firma de Il Fatto, si potrebbe chiudere il discorso dicendo che siamo di fronte ad “un’operazione astuta, che evidentemente non è stata fatta solo pensando agli elettori del Sud Italia, ma anche – come alcuni pensano – ai problemi giudiziari della Lega, che in questi giorni dovrebbero avere un primo esito”.Non si tratterà di un semplice cambio di nome quanto di un “arrangiamento organizzativo” che non nasce da un giorno all’altro ma è in corso da mesi. Non è certo Alberto da Giussano o lo stesso Nord, che attira l’interesse dell’astuto “Capitano”, quanto la possibilità di giocare ad un tavolo ben più ricco e appetibile. In questo dobbiamo sinceramente ammettere di essere rimasti un po sorpresi; abbiamo sempre creduto che uno degli obiettivi del barbuto ex ministro fosse proprio la secessione. No, in realtà c’è un valore ben più importante, il dio danaro. Quel danaro che una volta veniva messo (astutamente, ndr) da parte dai “vecchi” leghisti che amavano gridare “Roma ladrona”. Salvo poi rendersi conto, toccando con mano, che Roma avrebbe portato onori e guadagni. Chissenefrega dunque del vento Celtico che animava la fantasia dei leghisti della prim’ora! Oggi le lauree si comprano in Albania e si guadagna molto di più depredando il Sud dei lavoratori mal pagati e sfruttati in qualsiasi attività vengano impiegati.Ritornando alla cruda realtà, si complica così il percorso (sperando che ci sia voglia e decisione da parte di tutti) di recupero della modica cifra di 49mln di euro, peraltro già notevolmente ridimensionata, originariamente “sottratta” allo Stato italiano (forse sarebbe meglio dire ai Cittadini italiani!). A quanto si apprende, con la messa in campo (perché di questo si tratta) di un nuovo partito, con tanto di nuovo regolamento che punta su un’organizzazione federalista dove ogni regione avrà il suo regime fiscale, entrate proprie ecc, sarà impossibile perseguire la nuova “Lega per Salvini premier”. La “cassaforte” verrà così spostata, dalla vecchia Lega di Bossi, a quella delle tante succursali regionali che faranno capo al nuovo partito di Salvini.Un tempo Bossi veniva considerato una sorta di mago, ma l’allievo ha sicuramente superato il maestro; tanto che, se il procedimento pendente sulle vicende leghiste prenderà la via non a loro favorevole, sarà proprio lo stesso Bossi a pagarne le conseguenze maggiori. I punti cardine rimangono quindi due: la difficoltà a ottenere giustizia con tanto di restituzione di soldi “spariti” a causa di appropriazione indebita, e la trasformazione politica e morale di un partito che è nato vendendo un sogno (discutibile o meno) il cui vero fine – è la realtà che parla – era quello di ottenere il consenso per il raggiungimento del potere.Sparare giudizi e parlare di condanne dovute, serve a ben poco. Non serve neppure parlare di questione morale perché sarebbe quasi un oltraggio a chi veramente attribuisce a questa parola la giusta quanto dovuta importanza; di certo non secondaria neppure al livello prettamente legale.Politicamente invece, si può fare chiarezza. Non è difficile infatti sottolineare l’inaffidabilità di politici che vivono di annunci e furberie. Ma non saremo certo Noi a emettere verdetti o giudizi quanto gli Italiani onesti ed in buona fede.Stiamo sognando ancora? Difficile poterlo pensare visto che siamo in presenza di professionisti dell’affabulazione, di politici che prima criticano un sistema salvo poi, al momento in cui ne entrano a far parte, comportarsi peggio dei loro predecessori. Oggi Roma, repetita iuvant, non è più “ladrona”. Spariscono 49 milioni di euro, si viene condannati al risarcimento (in un primo tempo con dilazioni secolari) che non serviranno neppure perché vengono aperte altre vie di fuga in modo da cercare di neutralizzare quella bellissima frase che recita il detto, “La legge è uguale per tutti”.Non possiamo non citare unEPISODIO SIGNIFICATIVOaccaduto in provincia di Padova pochi giorni fa, dove ad un padre di famiglia con quattro figli è stata rifiutata la dilazione del pagamento di una fattura di 600 euro e conseguentemente allontanato dagli uffici di un società fornitrice di luce e gas che gli ha interrotto il servizio.Alla luce di questi episodi, non possiamo sentirci “comprensivi” quando veniamo pubblicamente informati che invece si può comodamente “far fuori” 98 miliardi di vecchie lire solo perché occupiamo ruoli o posizioni di potere abusando di un mandato conferito dagli stessi cittadini.Ogni altra considerazione sarebbe inutile, oltre ad aumentare rabbia e disappunto. Ma che almeno sia fatta una corretta informazione. Solo così il cittadino, unico legittimato a giudicare, potrà capire a fare le giuste valutazioni.