BASSETTI: NESSUNO PUÒ ESSERE ESCLUSO DALL’ABBRACCIO

BASSETTI: NESSUNO PUÒ ESSERE ESCLUSO DALL’ABBRACCIO

Anche lo scorso anno il cardinale Bassetti, responsabile dei vescovi italiani, aveva più volte toccato il tema della responsabilità dei credenti ricordando che come singoli, come comunità cristiana, come persone inserita nella società non ci possiamo tirare dritto di fronte a quanti si trovano al lato della strada senza più speranza.L’Avvento, l’approssimarsi del Natale ci fanno risuonare quelle parole pubblicate dalle pagine dell’Osservatore Romano: “Sono una sorta di spina nel fianco della società opulenta, tra i bulimici desideri di benessere e l’incessante avidità di possesso. Possiamo far finta che non esistono, ma quei poveri sono sempre lì, davanti ai nostri occhi. Nelle stazioni ferroviarie, sotto le scalinate dei centri storici, sotto i portici delle nostre chiese. Ovunque ci sia un riparo”. Il fare finta che ciò non vi fosse, il fare finta che ciò riguardasse altri parve dire Bassetti diventa una offesa all’intelligenza oltre che alla propria Fede. Mesi prima lo stesso cardinale aveva messo in atto un’azione concreta che aveva scandalizzato, lo aveva fatto seguendo non solo le indicazioni del Papa che invitano in modo forte e concreto a fare accoglienza disinteressata ma soprattutto per rendere evidente ai più la contraddizione rappresentata dall’essere credenti di una Fede che impegna alla costruzione di un proprio aldilà del tutto distinto dal proprio comportamento terreno. Il cardinale Bassetti, come hanno fatto altre esperienze, aveva aperto, senza distinzioni, le porte del palazzo Arcivescovile di Perugia, la sua sede, la sua Casa:«Sulla croce il Signore ha le braccia spalancate. E nessuno può essere escluso da quell’abbraccio».Lo aveva fatto rispondendo ai senzatetto che una sera tardi, prigionieri del gelo, si erano ritrovati sotto le sue finestre e lo attendevano. Una fetta di umanità respinta, dimenticata, sempre meno nascosta formata da clochard, poveri, irregolari, tossicodipendenti, alcolizzati senza famiglia, persino, aggiungendo scandalo allo scandalo dei piccoli spacciatori che solitamente vagano in cerca di un giaciglio nelle stazioni, negli angoli delle Piazze.Una soluzione certo improvvisata, dettata dalla contingenza del momento, una azione da Pronto Soccorso, da Ospedale da Campo, come ci richiamano altre esperienze più forti che ci sono care, ma necessaria, indispensabile che richiede poi il coinvolgimento della comunità, delle istituzioni.Per essere superata, risolta e condivisa nel segno del bene e della speranza. «Quando ci troviamo dinanzi a persone che dormono per strada con temperature ben al di sotto dello zero – aveva rafforzato il suo ragionamento il responsabile dei vescovi italiani, Bassetti –, come credenti, ma vale per ogni uomo di buona volontà, dobbiamo tradurre in pratica la parabola del Buon Samaritano. Si tratta di soccorrere il fratello che sta soffrendo. E tutti siamo chiamati a rimboccarci le maniche in mezzo a un’emergenza, rinunciando anche a qualcosa”, in ciò nessun atto di protagonismo solo la volontà di far emergere la contraddizione di quanto rimane troppo spesso solo nelle parole,“Papa Francesco ha più volte rimarcato che è inaccettabile scartare le persone – ebbe a concludere Bassetti – Una città civile e una Chiesa attenta non possono voltarsi dall’altra parte di fronte agli “scarti della storia”. E ritengo che sia il Signore a donarci la possibilità di fare del bene mettendoci davanti queste situazioni».