LE ‘SARDINE’ NON SI ETICHETTANO A NESSUN PARTITO

Guardo in TV l’intervista ad un portavoce delle sardine e mi rendo conto che in questi anni non avevo capito niente, spiega di riunioni per sviluppare le loro tematiche, le quali si terranno in luoghi difficili, come lo stabile di Roma, noto per l’intervento del cardinale per il ripristino della corrente elettrica, un luogo per chi non ha casa, per chi necessita di ritrovarsi in una comunità, senza sentirsi emarginato.Dice che andranno a Ventimiglia terra di confine con la Francia, ma soprattutto di disperazione, con i viaggiatori pendolari del trasporto pubblico, una vita infernale, spesso per poter portare a casa uno stipendio da fame, non incontrerà il sindaco di Ferrara per un suo intervento contro un clochard… insomma qualcosa che va al di là dei posizionamenti politici, le piazze sono un simbolo importante, determinati luoghi probabilmente di più, perché non richiamano le telecamere e la curiosità dei giornalisti.Se questi sono i termini inizio a comprendere meglio il significato del non apparentarsi a partiti, ma contestualmente tenersi distante da chi pratica una politica di odio e divisione, tematiche che non si semplificano con l’appartenenza alla sinistra, ma devono rappresentare il minimo sindacale quando si parla di uguaglianza e diritti, perché un tetto sulla testa, un pasto caldo sono la priorità.Comprendo quindi il perché questi anni impegnati a ricostruire una parte politica che guardasse ai diritti delle persone sono stati persi, ognuno di noi con le sue esperienze, con le sue convinzioni, ma soprattutto con l’arroganza del ritenere avversario chi non si etichettava come noi, seppur sviluppando temi importanti, ma con la pancia vuota ed al freddo certe discussioni diventano inutili e valgono il 3% preso in ogni competizione elettorale.Già perché l’età conta è importante, non è facile spiegare cosa è giusto e cosa è sbagliato a chi è nato in una società egoista, individualista, deve arrivarci da solo, non so come continuerà l’evoluzione di questo movimento, una cosa è certa, se i tanti che stanno abbracciando la loro causa, li seguono anche nelle semplicità di riempire piazze, continueranno anche in questo percorso di confronto in altri luoghi ben più complessi e difficili, avranno vinto e ci potranno spiegare che prima della sinistra c’è l’essere umani.